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lunedì 16 agosto 2010

Le api e il miele

Venerdì pomeriggio siamo stati invitati da un'amica ad una visita in una fattoria didattica. Immersi nel verde delle colline dietro Rimini, in località Montescudo. Abbiamo percorso un tratto di Statale Adriatica e poi imboccato la Via Montescudo. Lungo il percorso le strade si stringono e iniziano a salire sulle dolci colline. Abbiamo attraversato un ponticello che quando il torrente è in piena non è praticabile ed è anche sprovvisto di guard rail. Si lascia alle spalle la Rimini che in questo periodo è colma di turisti che sguazzano al mare per incontrare silenzio, campi, fiori e tanto verde e finalmente siamo arrivati da MIELE DETTORI. Qui sotto il bel panorama che si poteva ammirare dalla fattoria.
L'apicoltore ci aveva preparato la merenda: diversi tipi di miele, (tra cui quello di eucalipto), spalmato sul pane e ricotta fresca con melata. Anche Topastro ha gradito, ha grattato il miele dal pane con il cucchiaino! Naturalmente era possibile acquistare il miele e la pappa reale prodotti in questa azienda, tutto biologico.
Dopo la merenda siamo stati accompagnati a vedere le arnie: le casette delle api. A pochissima distanza abbiamo osservato l'apicoltore che ha bruciato in un contenitore di metallo un po' di carta per produrre del fumo. Ha poi indossato una maschera di tessuto e rete per proteggere la testa e il viso e ha aperto un'arnia per estrarre un favo su cui erano posate tantissime api.
Durante la visita l'apicoltore ci ha raccontato un milione di cose riguardo le api, e io ne ricordo davvero poche, anche perchè dovevo controllare che il mio Topastro non se ne andasse a spasso da solo. Ci ha spiegato che le api non hanno la nostra stessa percezione dello spazio ma sanno ritrovare la loro casetta come se ne conoscessero le coordinate geografiche e prendono come riferimento il sole. Le arnie di questa azienza vengono spostate in diverse regioni per la produzione di tipi di miele diversi. In Basilicata per produrre il miele di agrumi, nelle Marche per produrre miele di girasole, in Piemonte e Toscana per miele di Acacia, Castagno e Melata... E qua in Romagna per il millefiori.
In questa azienda si utilizzano essenze e sostanze naturali per prevenire malattie delle api e nessuna sostanza chimica. Inoltre il luogo dove è situata la fattoria è piuttosto lontano dalla città e dall'inquinamento, infatti il miele prodotto è considerato biologico.
Devo dire che mi ha fatto abbastanza impressione vedere un favo pieno di api così da vicino! L'apicoltore ci ha anche mostrato una teca di vetro che conteneva l'ape regina e api operaie intente a lavorare. Le api sono davvero intelligenti e l'apicoltore ci ha spiegato che sono molto pulite, esistono anche delle api spazzine che si occupano delle pulizie. Le api non muoiono quasi mai dentro l'alveare ma vanno fuori, se qualche ape muore all'interno dell'arnia le api spazzine provvedono a buttarla fuori.
Le api appena nate vengono istruite da quelle grandi e nella colonia ci sono varie caste cui sono assegnati diversi compiti. L'apicoltore ci ha anche spiegato come l'ape regina appena nata viene nutrita con sola pappa reale, a differenza delle api comuni che vengono nutrite anche con polline e miele. L'ape regina, che ha un addome un pochino più grande rispetto alla ape operaie, si accoppia con diversi fuchi, i maschi delle api e accumula in un'apposita sacca lo sperma che le servirà per fecondare le uova che deporra ogni giorno per circa due anni. Dalle uova fecondate nascerà un'ape femmina, da quelle non fecondate, un fuco.
Quando un'ape regina non è più in grado di deporre e fecondare tante uova, le api dello sciame preparano delle cellette apposite per poter allevare una nuova ape regina e uccidono la vecchia circondandola. La regina muore per mancanza di aria e per il troppo calore.
All'interno della fattoria abbiamo visitato il laboratorio dove si estrae il miele dai favi. Una macchina rimuove lo strato di cera che le api usano per sigillare il miele. Poi il favo viene messo in una centrifuga che estrae il miele lanciandolo sulle pareti da cui scende verso il basso. Una volta raccolto, il miele viene fatto riposare per alcuni giorni e poi confezionato nei vasetti di vetro.
E' stata una visita molto interessante, anche se ricordo meno della metà delle interessanti cose che ci hanno raccontato. Il Topastro era abbastanza interessato ad osservare api, piante e lumache mentre non era per nulla disposto ad ascoltare gli interessanti racconti dell'apicoltore, è ancora troppo piccolo per questo. Ma è stata ugualmente una bella giornata in un posto  immerso nella natura.

11 commenti:

  1. Tutto il "percorso" api-miele ed altri prodotti ha un grande fascino per i bambini! Queste fattorie didattiche sono una vera miniera d'oro...aule all'aria aperta. Ce ne sono parecchie anche qui e sono molto seguite dalle scolaresche sia della scuola dell'infanzia che elementare.
    Bellissima l'esperienza regalata al tuo Topastro!!!

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  2. Che bellissima giornata!!! Ho una mania per le fattorie didattiche, aspetto ancora un annetto poi le farò girare tutte a Ricky! :-)
    Ciao!

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  3. che bella idea la fattoria didattica... ora ci vestiamo e facciamo un bel giretto da qualche parte! ciao ciao!!

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  4. Leggendo il tuo post ho scoperto anch'io tante cose interessanti sulle api! Mi ha colpito il fatto che la regina venga uccisa quando non serve più, ma quelle che a noi appaiono "crudeltà" sono solo le leggi della natura, della sopravvivenza... Ciao!

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  5. Caspita. Spero che quei cinque melari per arnia siano li solo per la pulizia. Altrimenti mi prende un attacco di gelosia acuta. Quanto tempo ha lasciato l'arnia aperta? Il tizio deve essere veramente un grande con le api. Io non potrei tenerle buone per molto tempo con una comitiva davanti. La regina mangia solo pappa reale per tutta la vita. E` l'unica differenza con le altre api. L'uovo e` lo stesso. Cambia solo l'alimentazione.

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  6. @Ninfa: eh si, hai ragione.
    @TroppoBarba: Non so quante casette delle api fossero occupate. L'arnia è rimasta aperta per una decina di minuti, credo. L'apicoltore si è tolto la maschera e con il favo in mano ci ha spiegato tante cose. La foto l'ho tagliata per motivi di privacy ma il volto era scoperto. Ci ha raccontato che ogni tanto viene punto e i primi minuti è piuttosto doloroso. E che una volta è capitato un incidente ed è stato punto da 200 api circa. Mi viene male a pensarci! Il fatto che l'ape regina diventi tale solo per il tipo di nutrimento che riceve è davvero straordinaria!

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  7. Che bella giornata che avete passato !!Io adoro il miele lo uso sempre al posto dello zucchero e quando ci sono i mercatini cerco di comprare quello buono fatto da piccoli produttori .mi hai fatto ricordare che Purtroppo quest'anno non mi è capitato ancora qualche buona occasione per fare le scorte per l'inverno .Ciao a presto

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  8. @chiara71: a me invece il miele non mi fa impazzire. Al Topastro lo do in inverno nel latte. Mi piacciono un po' di più quelli particolari, di castagno, tiglio, arancio.... Quando andavo dai frati a Camaldoli lo compravo sempre perchè loro ne hanno di diversi tipi.

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  9. Che meravigliosa esperienza! :-)
    Noi abbiamo il nostro apicultore di fiducia da quando l'anno scorso uno simpatico sciame di apine ha deciso di fare il proprio favo nella tapparella del vicino! Un'esperienza unica :-)
    Da allora ci riforniamo da lui che ha un "allevamento" proprio in paese! :-D
    Bacioni

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  10. io sono andata a fare una gita del genere alle scuole elementari e mi è rimasta molto impressa nella memoria in effetti il topastro è troppo piccolo per lunghe spiegazioni

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  11. @Paola: che fortuna avere le api come vicine di casa!
    @supermamma: si, Topastro è ancora piccolo per spiegazioni lunghe che a lui sembrano noiose. Però si è divertito ad osservare, ed io ad ascoltare.

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