Questo è davvero un regalo. Avevo chiesto allo zio Roberto, (fratello di mia mamma), se voleva raccontarmi qualche episodio del passato. I miei ricordi della nonna Palmira sono abbastanza recenti mentre questo racconto risale a tanti tanti anni fa:
Considerato il periodo il ricordo va alla sera dopocena della vigilia di Natale.
Il tuo nonno Raffaele che solitamente si recava al bar per la solita partita a carte in quell'occasione si fermava in casa e aiutava a fare i CAPPELLETTI!!! per il pranzo di Natale.
Mentre la nonna tirava la sfoglia con il matterello il nonno impastava in una zuppiera stracchino, ricotta, parmigiano grattuggiato un uovo, buccia di limone e una bella spruzzata di noce moscata.
Pensa che io dopo 60 anni avverto ancora l'odore inconfondibile di quella farcitura!
Ne ero talmente goloso che attendevo che i nonni si distraessero per passare medio e indice nella farcitura infilando il tutto in bocca.
Il confezionamento era lungo e laborioso perchè a differenza del tortellino il cappelletto richiede un movimento particolare delle dita.
Alcuni venivano male, con mia grande gioia, perchè per questi ero ufficialmente autorizzato a farli...scomparire.
Mentre si lavorava arrivava immancabilmente la visita della zia Clara,che, non avendo figli, faceva il giro di tutti i nipoti.
Aveva sempre qualche consiglio da dare sul procedimento che la nonna non gradiva tanto.
Intanto si faceva tardi e il nonno raccoglieva le ultime braci rimaste nella stufa che metteva nella suora* (sai di che si tratta?) e che infilava nel letto con il prete (idem)
Io e tua mamma Paola dopo dieci minuti andavamo a letto per primi, il prete con la suora passava così nel lettone dei nonni.
Io mi addormentavo ...sazio e certo che l'indomani avrei trovato la macchinina di latta con la carica a mano...il massimo della tecnologia!
* la "suora" era quel recipiente di coccio in cui si metteva la brace, ricoprendola con uno strato di cenere per evitare bruciature alle lenzuola, il "prete" era lo scaldaletto di legno di forma ovale alla cui base, opportunamente rinforzata, si posava la "suora"
Tu sai che la Romagna è stata terra di mangiapreti e nel linguaggio popolare mettere a letto il prete con la suora era un'allusione...se pure bonaria, pensa pure agli strozzapreti.
Da bambino per me quei nomi era una naturale denominazione, solo verso i 12-13 anni avevo capito il doppio senso.
Ma tu non immagini, con le stanze da letto gelide, solo in cucina c'era la stufa, il piacere di infilarsi fra lenzuola calde! Riscaldavano anche il cuore.
Considerato il periodo il ricordo va alla sera dopocena della vigilia di Natale.
Il tuo nonno Raffaele che solitamente si recava al bar per la solita partita a carte in quell'occasione si fermava in casa e aiutava a fare i CAPPELLETTI!!! per il pranzo di Natale.
Mentre la nonna tirava la sfoglia con il matterello il nonno impastava in una zuppiera stracchino, ricotta, parmigiano grattuggiato un uovo, buccia di limone e una bella spruzzata di noce moscata.
Pensa che io dopo 60 anni avverto ancora l'odore inconfondibile di quella farcitura!
Ne ero talmente goloso che attendevo che i nonni si distraessero per passare medio e indice nella farcitura infilando il tutto in bocca.
Il confezionamento era lungo e laborioso perchè a differenza del tortellino il cappelletto richiede un movimento particolare delle dita.
Alcuni venivano male, con mia grande gioia, perchè per questi ero ufficialmente autorizzato a farli...scomparire.
Mentre si lavorava arrivava immancabilmente la visita della zia Clara,che, non avendo figli, faceva il giro di tutti i nipoti.
Aveva sempre qualche consiglio da dare sul procedimento che la nonna non gradiva tanto.
Intanto si faceva tardi e il nonno raccoglieva le ultime braci rimaste nella stufa che metteva nella suora* (sai di che si tratta?) e che infilava nel letto con il prete (idem)
Io e tua mamma Paola dopo dieci minuti andavamo a letto per primi, il prete con la suora passava così nel lettone dei nonni.
Io mi addormentavo ...sazio e certo che l'indomani avrei trovato la macchinina di latta con la carica a mano...il massimo della tecnologia!
* la "suora" era quel recipiente di coccio in cui si metteva la brace, ricoprendola con uno strato di cenere per evitare bruciature alle lenzuola, il "prete" era lo scaldaletto di legno di forma ovale alla cui base, opportunamente rinforzata, si posava la "suora"
Tu sai che la Romagna è stata terra di mangiapreti e nel linguaggio popolare mettere a letto il prete con la suora era un'allusione...se pure bonaria, pensa pure agli strozzapreti.
Da bambino per me quei nomi era una naturale denominazione, solo verso i 12-13 anni avevo capito il doppio senso.
Ma tu non immagini, con le stanze da letto gelide, solo in cucina c'era la stufa, il piacere di infilarsi fra lenzuola calde! Riscaldavano anche il cuore.
zio Roberto
Non è un bellissimo racconto di Natale? In questo articolo: "Quando il prete e la suora erano in tutte le case" trovate qualche immagine e spiegazioni riguardo appunto a prete e suora.
A proposito di cibi e racconti di una volta... c'è un programma nuovo sul canale "Arturo" di Sky che mi piace da impazzire: "La vespa Teresa". Maria Pia Timo va in giro per la Romagna con la sua vespa a trovare le mamme e le nonne che preparano ancora la sfoglia in casa, cucinano i piatti poveri di una volta e raccolgono gli ingrendienti nel campo. Mentre la nonna di turno tira la sfoglia o taglia le verdure, Maria Pia si fa raccontare la vita di una volta. Con cosa si giocava, come si andava a scuola, cosa si coltivava e come, i piatti tipici delle feste.. Stupendo! Adoro questi racconti!
so bene cosa sono suora e prete, da piccolina anche io li usavo nel lettino mio e nel lettone dei miei...
RispondiEliminaDolce il racconto...e buoni i tortellini...La mia nonna li faceva sempre per le feste...
RispondiEliminaBei ricordi...scaldano il cuore...
Che bel racconto, Claudia! Mi son rivista con l'indice nel pesto per i tortellini e la conseguete occhiata di fuoco della nonna!
RispondiEliminaE poi il prete...una volta h rovesciato un po' di cenere sul lenzuolo e la nonna mi ha rincorso per tutta la casa...
Che bella serata, quasta, con questo bel racconto!
bellissimo racconto e bei ricordi, il tuo blog trovo molto interessante, utile e speciale, grazie! (da: Flaviolandia)
RispondiElimina@Sandra: bellissima l'immagine della nonna che ti rincorre per casa perchè avevi rovesciato la cenere sul lenzuolo :-)
RispondiEliminaGrazie Flawia :-)
RispondiEliminaE' un racconto tenero e prezioso, come tutti quelli che serbano le memorie del passato...
RispondiEliminagrazie per averlo pubblicato, Claudia!
Grazie Maris! Anche per me è un racconto prezioso, soprattutto perchè racconta di persone che conosco o che ho conosciuto.
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