Sabato sera Topastro mi si è avvicinato e mi ha detto:
"lo sai che il Giappone sono morte le mamme?"
Sono rimasta a bocca aperta e non sono riuscita a dire niente di più di un : "ah si? E chi te lo ha detto?"
Alcuni giorni fa avevo letto il post di Claudia, La casa nella prateria: Giappone: la catastrofe spiegata ai bambini ma non mi aveva sfiorato il pensiero che le maestre potessero aver parlato del terremoto in Giappone nella scuola di Topastro. È una scuola dell'infanzia e lui frequenta la prima classe, quella dei piccoli. E invece Topastro mi ha detto che la maestra G. nel salone ha detto che il Giappone sono morte le mamme. Lì per lì non ho approfondito, anche perché voglio chiedere alla maestra cosa è stato detto di preciso. Quando siamo andati a letto ho fatto qualche altra domanda a Topastro, cercando di non fargli capire che mi interessava molto sapere cosa lui sapesse dei fatti accaduti in Giappone, e mi pare di aver capito che i bimbi abbiano recitato una preghiera per le mamme morte in Giappone. (Vorrei precisare che mi fido ciecamente delle maestre e non sono preoccupata che abbiano detto al mio bimbo cose brutte o troppo forti, ma vorrei sapere cosa è stato detto!). Ho anche capito che Topastro non aveva idea di cosa fosse "Giappone" perché ha iniziato a parlare della scimmietta George, di peli, di naso... Magari ha confuso la parola Giappone con una simile, o si è ricordato di un episodio di Curioso come George in cui si parlava del Giappone, mah?! Certe volte mi piacerebbe entrare nella sua testolina e vedere e sentire le cose che entrano e capire come vengono interpretate.
Fino ad ora non mi ero posta neppure il dubbio se parlare o meno a Topastro della morte. In tv lui vede solo i canali di Sky dedicati ai bimbi, e non tutti, solo alcuni. Quando lui è davanti allo schermo non guardo mai il telegiornale perché vengono proiettate immagini troppo crude, secondo me anche per gli adulti. Tempo fa c'era un uccellino morto in giardino e l'ho spostato con un piede vicino a dei rametti perché lui non lo vedesse.
Io non lo so se è giusto oppure no parlare ai bimbi della guerra, della morte, delle malattie gravi e del dolore. A me il mio Topastro pare così piccino. Tra l'altro lui non chiede, non fa domande riguardo la vita. È un bimbo solare e con tanta fantasia. Vive ancora nel suo piccolo mondo fatto di pinguini, di favole e macchinine. Quando gli ho cucito il drago cinese mi ha chiesto: "come facciamo a spegnere il fuoco del drago? Lui va nel cielo...". Dopo pochi minuti ha trovato la risposta da solo: "si mamma, andiamo all'Iper, compriamo le ali e poi voliamo fino al drago e spegniamo l'incendio come i pompieri". Spesso va a dormire con un pinguino infilato nella maglietta, a contatto con la pancia. La mattina si sveglia e mi dice: "guarda mamma sta per nascere un pinguino". Fa parlare i suoi pinguini continuamente, tanto che ormai sono davvero parte della nostra famiglia. I pinguini vogliono giocare con lui, hanno fame, vogliono venire con noi a fare la spesa e fino alla settimana scorsa lo hanno accompagnato all'asilo e sono stati con lui a giocare, fare lavoretti, mangiare e riposare. Spesso Topastro mi chiede se io sono sua amica e quando piange perché lo sgrido per un capriccio tra una lacrima e l'altra, con la vocina singhiozzante mi dice: "però te mi vuoi bene lo stesso". Si, la mamma ti vuole bene anche quando fai i capricci e sei birichino! Il suo mondo è fatto di principesse che cadono morte ma si risvegliano con il bacio di un principe. Nonne che escono dalla pancia del lupo. E confesso che fino allo scorso autunno non avevo mai raccontato le favole classiche al mio bimbo. Pensavo fossero troppo forti, piene di lupi, cacciatori, streghe, bimbi che muoiono al freddo... Non ho mai impedito a nessuno di raccontargli queste favole, ma io non lo facevo. Alla fine di ottobre 2010 Topastro ha iniziato a dormire a scuola, il riposino pomeridiano. Quando i bimbi sono sulle brandine, pronti per riposare, la maestra racconta una favola, ogni giorno una diversa: Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, I sette capretti...
Quando l'ho scoperto, Topastro ha iniziato a parlare dei personaggi di queste favole, mi sono chiesta se non avesse paura e ho capito che le favole non lo spaventavano, anzi gli piacevano molto. Abbiamo anche scaricato tantissime favole in formato MP3 e lui le ascolta spesso con il suo cellulare. Però sono quasi sicura al 100% che lui non sappia cos'è la morte. Mi è capitato spesso di sentirlo parlare con i suoi pinguini di persone che muoiono e poi si svegliano!
E allora che faccio? Come faccio a spiegargli, anche se non so ancora se voglio farlo, che ci sono persone che muoiono e non si svegliano più? Io non sono neppure credente, non me la sento di dirgli che queste persone vanno in un posto dove staranno bene, insieme agli angeli.
Da una parte vorrei che il mio bimbo continuasse a vivere nel suo mondo protetto, fatto solo di cose belle. Ma non so se sia giusto.
Mariaelena mi ha scritto su Facebook: "...dire ad un bimbo che le mamme possono morire scardina tutte le sue certezze..." mentre Francesca mi ha fatto notare che: "...credo che proteggerli sia anche garantire loro che certe cose le apprendano da noi..."
E il problema è che sono d'accordo con entrambe. Vorrei proteggere il mio bimbo, lasciare che ancora per un po' si goda un mondo un po' finto: solo cose belle, per quanto possibile. Non mi piace l'idea che lui abbia pensieri che lo rendano triste o preoccupato. Ma non voglio neanche che scopra che esiste la morte dalla quale non ci si sveglia per mezzo di altre persone.
Come glielo spiego? A un bimbo che ancora non capisce il concetto del tempo? Sa che lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì si va a scuola, ma ieri e domani sono solo cose passate e future. Passate da due ore come da due anni, per lui è uguale. Pochi giorni fa mi ha salutato davanti alla porta della scuola dicendo: "ciao, vieni a prendermi lunedì".
Non lo so, ci devo pensare.... Devo capire se è il momento giusto per spiegare al mio bimbo certe cose oppure aspettare che sia lui a domandare. Difficile!!!
"lo sai che il Giappone sono morte le mamme?"
Sono rimasta a bocca aperta e non sono riuscita a dire niente di più di un : "ah si? E chi te lo ha detto?"
Alcuni giorni fa avevo letto il post di Claudia, La casa nella prateria: Giappone: la catastrofe spiegata ai bambini ma non mi aveva sfiorato il pensiero che le maestre potessero aver parlato del terremoto in Giappone nella scuola di Topastro. È una scuola dell'infanzia e lui frequenta la prima classe, quella dei piccoli. E invece Topastro mi ha detto che la maestra G. nel salone ha detto che il Giappone sono morte le mamme. Lì per lì non ho approfondito, anche perché voglio chiedere alla maestra cosa è stato detto di preciso. Quando siamo andati a letto ho fatto qualche altra domanda a Topastro, cercando di non fargli capire che mi interessava molto sapere cosa lui sapesse dei fatti accaduti in Giappone, e mi pare di aver capito che i bimbi abbiano recitato una preghiera per le mamme morte in Giappone. (Vorrei precisare che mi fido ciecamente delle maestre e non sono preoccupata che abbiano detto al mio bimbo cose brutte o troppo forti, ma vorrei sapere cosa è stato detto!). Ho anche capito che Topastro non aveva idea di cosa fosse "Giappone" perché ha iniziato a parlare della scimmietta George, di peli, di naso... Magari ha confuso la parola Giappone con una simile, o si è ricordato di un episodio di Curioso come George in cui si parlava del Giappone, mah?! Certe volte mi piacerebbe entrare nella sua testolina e vedere e sentire le cose che entrano e capire come vengono interpretate.
Fino ad ora non mi ero posta neppure il dubbio se parlare o meno a Topastro della morte. In tv lui vede solo i canali di Sky dedicati ai bimbi, e non tutti, solo alcuni. Quando lui è davanti allo schermo non guardo mai il telegiornale perché vengono proiettate immagini troppo crude, secondo me anche per gli adulti. Tempo fa c'era un uccellino morto in giardino e l'ho spostato con un piede vicino a dei rametti perché lui non lo vedesse.
Io non lo so se è giusto oppure no parlare ai bimbi della guerra, della morte, delle malattie gravi e del dolore. A me il mio Topastro pare così piccino. Tra l'altro lui non chiede, non fa domande riguardo la vita. È un bimbo solare e con tanta fantasia. Vive ancora nel suo piccolo mondo fatto di pinguini, di favole e macchinine. Quando gli ho cucito il drago cinese mi ha chiesto: "come facciamo a spegnere il fuoco del drago? Lui va nel cielo...". Dopo pochi minuti ha trovato la risposta da solo: "si mamma, andiamo all'Iper, compriamo le ali e poi voliamo fino al drago e spegniamo l'incendio come i pompieri". Spesso va a dormire con un pinguino infilato nella maglietta, a contatto con la pancia. La mattina si sveglia e mi dice: "guarda mamma sta per nascere un pinguino". Fa parlare i suoi pinguini continuamente, tanto che ormai sono davvero parte della nostra famiglia. I pinguini vogliono giocare con lui, hanno fame, vogliono venire con noi a fare la spesa e fino alla settimana scorsa lo hanno accompagnato all'asilo e sono stati con lui a giocare, fare lavoretti, mangiare e riposare. Spesso Topastro mi chiede se io sono sua amica e quando piange perché lo sgrido per un capriccio tra una lacrima e l'altra, con la vocina singhiozzante mi dice: "però te mi vuoi bene lo stesso". Si, la mamma ti vuole bene anche quando fai i capricci e sei birichino! Il suo mondo è fatto di principesse che cadono morte ma si risvegliano con il bacio di un principe. Nonne che escono dalla pancia del lupo. E confesso che fino allo scorso autunno non avevo mai raccontato le favole classiche al mio bimbo. Pensavo fossero troppo forti, piene di lupi, cacciatori, streghe, bimbi che muoiono al freddo... Non ho mai impedito a nessuno di raccontargli queste favole, ma io non lo facevo. Alla fine di ottobre 2010 Topastro ha iniziato a dormire a scuola, il riposino pomeridiano. Quando i bimbi sono sulle brandine, pronti per riposare, la maestra racconta una favola, ogni giorno una diversa: Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, I sette capretti...
Quando l'ho scoperto, Topastro ha iniziato a parlare dei personaggi di queste favole, mi sono chiesta se non avesse paura e ho capito che le favole non lo spaventavano, anzi gli piacevano molto. Abbiamo anche scaricato tantissime favole in formato MP3 e lui le ascolta spesso con il suo cellulare. Però sono quasi sicura al 100% che lui non sappia cos'è la morte. Mi è capitato spesso di sentirlo parlare con i suoi pinguini di persone che muoiono e poi si svegliano!
E allora che faccio? Come faccio a spiegargli, anche se non so ancora se voglio farlo, che ci sono persone che muoiono e non si svegliano più? Io non sono neppure credente, non me la sento di dirgli che queste persone vanno in un posto dove staranno bene, insieme agli angeli.
Da una parte vorrei che il mio bimbo continuasse a vivere nel suo mondo protetto, fatto solo di cose belle. Ma non so se sia giusto.
Mariaelena mi ha scritto su Facebook: "...dire ad un bimbo che le mamme possono morire scardina tutte le sue certezze..." mentre Francesca mi ha fatto notare che: "...credo che proteggerli sia anche garantire loro che certe cose le apprendano da noi..."
E il problema è che sono d'accordo con entrambe. Vorrei proteggere il mio bimbo, lasciare che ancora per un po' si goda un mondo un po' finto: solo cose belle, per quanto possibile. Non mi piace l'idea che lui abbia pensieri che lo rendano triste o preoccupato. Ma non voglio neanche che scopra che esiste la morte dalla quale non ci si sveglia per mezzo di altre persone.
Come glielo spiego? A un bimbo che ancora non capisce il concetto del tempo? Sa che lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì si va a scuola, ma ieri e domani sono solo cose passate e future. Passate da due ore come da due anni, per lui è uguale. Pochi giorni fa mi ha salutato davanti alla porta della scuola dicendo: "ciao, vieni a prendermi lunedì".
Non lo so, ci devo pensare.... Devo capire se è il momento giusto per spiegare al mio bimbo certe cose oppure aspettare che sia lui a domandare. Difficile!!!
la morte è un concetto strano, anche per gli adulti. Come vedi spaventa te per prima il non saper come parlarne ed è comprensibile. Nessuno di noi sa cosa succede dopo e quindi non sa cosa spiegare ad un bambino. Le favole aiutano molto, soprattutto quando parlano di morte, perchè aiutano i bambini a metabolizzare cio' che vedono e sentono (la morte di un parente, di un nonno...). Nella loro mente si danno una spiegazione a cio' che accade e mescolano il tutto con la fantasia e la magia delle favole. E questo è giusto, è necessario ammortizzare certi discorsi, ma non evitarli. E' bene parlarne come di un evento naturale e magari ammorbidire la cosa dicendo che comunque chi se ne va continua a starci vicino (anche se non sei credente, (neppure io!), è un modo per far capire che non finisce tutto qui, è una speranza che spesso ci diamo noi adulti, e che fa molto bene ad un bambino che razionalmente non sa cosa significhi. Molte volte i bambini giocano a morire (ti sparo e sei morto...)per poi tornare a vivere...come nelle fiabe, è un modo per superare la paura. Lo scorso anno c'era un bimbo di 5 anni che aveva perso la mamma l'anno prima e lui era perennemente arrabbiato "con la vita" e con il padre perchè quando era piu' piccolo gli aveva detto che "si muore solo quando si è vecchi" e lui si sentiva tradito dal fatto che suo padre gli avesse raccontato bugie sulla morte. Io non parlo ai bambini così piccoli di eventi catastrofici, non credo sia il caso. E' anche vero che spesso sono proprio i bambini, che vedendo la tv o ascoltando i discorsi dei grandi, ti pongono domande specifiche. Non rispondere o far finta d nulla non risolve, non appaga il bambino della sua giusta curiosità e allora semplicemente va detto che purtroppo si nasce e si muore, ma non per questo la vita finisce... Non parlarne in modo solenne è il modo migliore per far capire ai piccoli che è un evento di cui sentono parlare perchè è un evento naturale. Ti consiglio di non nascondere gli uccellini morti (ovviamente se non sono feriti e non fanno impressione!)ma che questi diventino il passaggio intermedio tra la favola e la realtà. Spero ti siano utili questi consigli! un abbraccio e non preoccuparti, parlare di morte non è mai facile per nessuno!
RispondiEliminaMaestraLaura... GRAZIE!! Hai ragione... sono indecisa se affrontare o meno l'argomento e sul modo perchè spaventa anche me! Ed è normale. Farò tesoro dei tuoi consigli.
RispondiEliminaAnch'io sono d'accordo con Maestralaura.
RispondiEliminaHo sempre avuto paura della morte e ne ho ancora, pur essendo credente non mi va giù il fatto di non poter stare con chi amo, che stia in un posto migliore oppure no, l'importante è che stia con me. lo so è egoistico ma sono riuscita a darmi pace solo quando, lo scorso anno, sono morti due dei miei nonni. Ho cominciato a pensare che sono fortunata perchè li ho avuti vicini per tanto tempo ed ho avuto modo di imparare tante cose da loro, cose che mi hanno messo radici profonde nel mio cuore e mi hanno resa quello che sono. I miei vedendomi piccola e fragile mi hanno sempre tenuta al riparo da cose troppo dolorose ed io ho dovuto imparare da sola (forse, perchè proprio non mi ricordo di essere stata preparata in qualche modo ed io sono una che si ricorda cose di quando ero piccolissima). Qualche settimana fa lungo la strada da casa all'asilo c'era un uccellino morto e quando sono andata a prendere Matteo ho passato tutto il tempo a chiedermi se farglielo vedere o meno. Alla fine l'ha visto senza che dicessi nulla e mi ha detto "guarda mamma un uccellino", "posso prenderlo?" "no amore" "cosa fa?" "niente, è morto" "cosa fa un uccellino morto" "quando è morto non fa niente, sta fermo" ed è finita li. Non è stato facile e non so se ho fatto bene ma per ora ho voluto dirgli la verità in questo modo, rispondendo alle sue domande dicendo la verità fin dove è possibile. Vorrei non dirgli mai sei troppo piccolo per capire, ma piuttosto "per mamma è un pò difficile, non so bene come spiegartelo, ci penso un pò". Magari è assurdo o sbagliato, quindi se avete idee migliori fatemi sapere, ma non voglio mentirgli, voglio accompagnarlo gradualmente senza rovinargli il suo mondo felice ma aiutandolo a capire la vita man mano che si presenta. Sono spaventatissima ma ci voglio provare. Che ne pensi?
Secondo la mia esperienza le risposte che noi possiamo dare scaturiscono dalle domande... mi spiego meglio: la morte, come gli episodi negativi accadono, anche se noi facciamo di tutto per risparmiarli ai figli. Di fronte all'evento, il bambino porrà delle domande: senza drammatizzare l'adulto risponderà come sa fare. Credo sia una lotta contro i mulini a vento far credere a un bambino che il mondo è fatto solo di cose belle, anche perché il dolore e la fatica entrano in una certa misura anche nell'orizzonte di un bambino piccolo. Meglio filtrare la realtà, insegnare a "criticarla", a ragionarci su... ovviamente questi pensieri sono frutto della mia esperienza...
RispondiEliminaCiao Claudia rieccomi qui dopo tanto tempo.
RispondiEliminaHo letto attentamente questo tuo post e anche tutti i commenti. Sono in totale sintonia con Maestra Laura . Proprio in tutto quello che dice.
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Sono tornata e grazie per i tuoi saluti...pian piano ricomincio a leggerti. Buona settimana.
cara claudia proprio in questi giorni ci osno capitata anch'io prima giovedì a casa di mia suocere che stavano facendo vedere il tg ai bambini e io mi osno arrabbiata, gli altri dicevano devono vedere, ma devono vedere cosa dico io! stavano trasmettendo una scena in cui c'erano tanti bambini morti nelle buste, ecco non mi sembra proprio il caso di far vedere una scena simile ai bamini, nemmeno io riesco a reggerla, ciò non toglie che seguo quello che stà succedendo in giappone che mi dispiace e che stò pregando per tutti loro vivi o morti(io sono credente)Second che ha l'età di topastro non ha capito e non mi ha chiesto e credo siano decisamente troppo piccoli, First invece che ha aprlato della morte nell'ora di religione spesso và in crisi, dice che non vuole cvhe io muoio, che non vuole io mi faccia vecchia, gli ho spiegato serenamente che altrimenti sulla terra saremmo troppi se nessuno morisse che per ogni persone che nasce c'è una persona che muore, che non deve avere paura della morte (come diceva oscar wilde quando ci sarà lei non ci saremo noi)ma deve pensare solo a vivere. Sai io non ho paura credo che sia una cosa naturale che la vita è bella perchè finisce un abbraccissimo :-D
RispondiEliminap.s lo sai che la favola dello zio lupo era la mia preferita da piccola anche se poi mi svegliavo la notte urlando perchè temevo venisse a prendermi perchè ero stata cattiva? Ai child ancora non arcconto favole spaventose perchè First è facilmente impressionabile e subito si mette a piangere, io mi preoccupo e mio marito mi risponde: "ma di chè ti preoccupi che tu ancora piangi davanti ai film con le storie d'amore!" in effetti... ;-)
RispondiElimina@Barba: anche a me la morte fa paura. Io non ho molti ricordi di quando ero piccola piccola. I primi episodi che ricordo credo risalgano a quando frequentavo la scuola elementare. Non so come i miei genitori mi abbiano spiegato la morte, se lo hanno fatto. Come ho scritto nel post, Topastro mi ha colto impreparata. Non avevo mai pensato, finora, di dover spiegare cose così difficili. Forse perchè lui fino ad ora non mi aveva fatto domande. In effetti credo sia stata più giusta la tua reazione davanti all'uccellino morto rispetto alla mia! Prima o poi capiterà che Topastro ne veda uno, mica posso nasconderli tutti....
RispondiElimina@palmy: non voglio nascondere al mio bimbo le cose brutte o dolorose, mi chiedo solo quando sia il momento per cominciare a parlarne. E mi rispondo da sola: adesso! Magari come dici tu, in maniera filtrata e usando parole semplici.
@Sandra: grazie Sandra, bentornata! Il commento di MaestraLaura piace tantissimo anche a me.
@supermamma: anche io mi sarei arrabbiata tantissimo!! Va bene parlare di morte, delle guerre e delle catastrofi che succedono al mondo, ma guardare le immagini del telegiornale proprio NO! Danno fastidio pure a me. Mi pare di aver capito che ogni bimbo è unico, una mamma su Facebook mi raccontava che il suo bimbo già a 4 anni faceva domande sulla vita e sulla morte. Topastro è come Second, ancora pensa solo a giocare. Anche io avevo paura di quella favola, ho scelto apposta l'immagine dal libro di quando ero piccola. Così come avevo paura della Befana e di tante altre cose che non riuscivo a capire se fossero vere oppure no. Topastro adora le favole ma sono convinta che non capisca fino in fondo il significato, per questo non ha paura. Infatti ha paura di diversi cartoni animati in cui si vedono scene di persone che si fanno male o c'è un pochino di suspence.
Wow questo post mi tocca il cuore molto. A volte i miei figli hanno una domanda o vedono qual cosa sul tele giornale and non so come devo rispondere. Anche io faccio lo stesso chiedo come sanno questa cosa o perche fanno la domanda cosi ho un altro minuto o due per pensare la mia risposta. E meglio dire la verita e dare una risposta meglio di niente pero le domande che fanno i bambini nemmeno gli adulti sanno la risposta.
RispondiElimina@Luisa: è vero, i bambini fanno domande a cui è davvero difficile trovare una risposta. E noi genitori dobbiamo prepararci a rispondere...
RispondiEliminaC'è il tempo per ogni cosa. E il tempo arriva quando loro ci pongono le domande.
RispondiEliminaE nessuno meglio della mamma e del papà può spiegare loro le cose. Anche perchè loro di noi si fidano.
Ciao mi chiamo Valentina e ti leggo spesso.
RispondiEliminaNon ti ho mai scritto ma su questo argomento volevo dirti un paio di cose.
Io non ho il papà e nemmeno mio marito quindi x mia figlia (che ha 5 anni) è "normale" sapere che i nonni sono nel cielo. Noi non abbiamo mai parlato di questo ma ovviamente ad un certo punto ha chiesto (attorno ai tre anni) dove fossero i suoi nonni. Noi abbiamo cercato di essere molto sereni e dirle che appunto sono nel cielo e dentro il nostro cuore. Però un giorno che eravamo da sole in casa è scoppiata così improvvisamente e senza motivo in un pianto dirotto con i singhiozzi e diceva "voglio i miei nonni, voglio i miei nonni" e io ovviamente l'ho consolata e le ho parlato. Poi ho parlato con la maestra che mi ha consigliato un bel libro che consiglio anche te, si intitola PERCHE' SI MUORE e non mi ricordo l'autore (ma se cerchi in internet lo trovi).
Comunque l'argomento è difficile x noi perchè nemmeno noi credo (parlo x me) siamo convinti di quello che diciamo (nessuno è tornato dalla morte x dirci com'è). Un'altra cosa che ti consiglio e che ho visto è servita a mia figlia (e forse anche a me) è il cartone "Il re leone" della disney dove il tema viene affrontato con molta serenità. Ti abbraccio tanto e..anche se non ti ho mai scritto ti volevo dire che sei una mamma speciale.
Baci a te e al tuo ometto.
Noi abbiamo cercato di spiegare al nanetto più grande quel che era successo dicendogli che il terremoto (sa già cos'è il terremoto perchè qui da noi capita non di rado, niente di che per carità, però ci era già sembrato giusto spiegaglierlo per non fargli prendere un colpo quando succede!) aveva rotto tutto e che tanti bimbi non avevano più le loro cose. Non gli abbiamo parlato di morte, non so se abbiamo fatto la scelta giusta ma mi sembra ancora troppo piccolo per capire un concetto così grande.
RispondiEliminaCara claudia, io credo che ai bambini si possa spiegare tutto rispettando la loro età e sensibilità. Per la mia esperienza diretta (quando mio padre é morto il piú piccolo di noi aveva 3 anni e la penultima 5) a volte non ci rendiamo conto che la morte é piú spaventosa per noi che per loro e abbiamo paura delle loro paure. Io penso che sia molto piú semplice per loro capire la morte rispetto che per noi. Perché non cercano ragioni, non sentono rabbia, credono nei modi "alternativi" di sentire una persona vicino.
RispondiEliminaCredo si debba spiegare ai bambini che lo chiedono che cosa sia la morte. Con serenità. E tranquillizzarli sul fatto che le persone non se ne vanno mai per sempre e che i genitori specialmente saranno vicini in ogni momento. Solo che in forme diverse (se dovesse succedere che muoiano), con un ricordo, un'immagine, un oggetto, una presenza percepita.
Loro percepiscono la serenità o meno che hanno le persone attorno rispetto all'argomento della morte, per questo credo che il lavoro da fare sia prima su di noi.
Io penso che gli eventi naturali della vita (un uccellino morto) possano essere spunti per affrontare gradualmente il discorso.
Sono contraria ai telegiornali. Da evitare assolutamente quando ci sono i bambini.
@Un'idea nelle mani: è vero, ma il mio bimbo non fa molte domande esistenziali. Anzi, mi pare non mi abbia mai chiesto nulla, solo cose pratiche :-)
RispondiElimina@Valentina: ti ringrazio molto di avere raccontato la tua esperienza. E grazie anche per il titolo del libro e per i complimenti :-) Oggi ho chiesto alle maestre cosa era stato raccontato e mi hanno detto che oltre alle preghiere per le persone che stanno soffrendo non è stato detto nulla di troppo forte. La maestra mi ha anche detto che i bimbi di 3/4 anni sono in grado di capire cos'è la morte. Come ho già scritto, è vero, probabilmente faccio fatica a parlare dell'argomento perchè mi fa un po' paura e neppure io so cosa c'è dopo la morte... Riguardo il cartone animato non so, in questo periodo Topastro è un po' fifone e non vuole vedere nulla in tv se ci sono scene di persone o personaggi che si fanno male o se c'è un po' di suspence. Penso sia un periodo e immagino che passerà presto.
@Tra le foglie del mio giardino: anche io pensavo che il mio bimbo fosse piccolo per capire un concetto così difficile come la morte ma la maestra mi ha detto che secondo lei è in grado di capire e inoltre se non glielo spiego io... presto lo verrà a sapere da qualcun altro. Anche dai bimbi grandi dell'asilo...
@Maggie: hai ragione! Sono sicura che sia più facile per Topastro accettare la morte mentre è più difficile per me. Quando mi sentirò serena gliene parlerò, anche se in realtà lui non domanda ancora nulla su questo argomento. Il telegiornare a casa nostra è stato abolito da molto tempo. Le immagini che trasmettono danno fastidio pure a me, figuriamoci a un bambino.
ti rispondo prima di leggere cosa han scritto le altre, purtroppo mi son dovuta confrontare con questo tema, che ancora non aveva 3 anni
RispondiEliminaAncora non accetto io che mio papà non ci sia più, perchè stava splendidamente, e non si può perdere in 2 minuti dalla sera alla mattina una persona con cui avevi giocato fino al pomeriggio prima, e che ha lasciato il pane per il pranzo successivo e il latte per la colazione di un bellissimo weekend d'estate
Non è stato facile, non lo è ancora: il primo mese ho evitato di dirglielo, tenendola lontana da tombe e funerali, anche perchè non ero pronta io... poi ho preso una foto col nonno, e in un bel giorno col cielo azzurro le ho spiegato che il nonno è volato in cielo, e le vuol bene da una nuvola: la sua reazione, conscia dello sconvolgimento familiare, perchè i miei erano secondo genitori per lei, e immensi genitori per me, è stata "non ci credo" detto con una convinzione senza pari
per qualche mese non ha più detto nulla, nonostante la casa di mia mamma si andasse riempendo di foto del nonno... lei pensava persino che s elo fosse dimenticato, troppo picocla diceva... assolutamente no! piano piano ha iniziato a tirare fuori l'argomento, chiedendo perchè non tornava, dicendo l'altro nonno è stato male, è andato dal dottore ed è tornato, il mio nonno invece no
oppure al commento che è su una nuvola, dobbiamo andare a prendere una scala alta alta, così può scendere o possiamo andare a prenderlo... o in un giorno di sole, adesso c'è il sole, la nuvola si scioglie e il nonno può tornare
è inammissibile che si possa sparire così... evito il concetto di morte davanti a lei con altri, così un giorno dissi a un altro " ho perso mio padre" pensando che lei non mi stesse neanche ascoltando, invece è diventato un cruccio, che le persone si possano "perdere" e non ritrovare la strada di casa... ogni termine viene rielaborato, ricontestualizzato... è dura, perchè ti spezza il cuore ogni volta che trova una geniale soluzione per far tornare la persona cui era tanto affezionata
il problema poi è con la spieghi neanche con la vecchiaia, o con la malattia: il nonno stava benone, ed era giovane, il che le ha procurato un certo senso di panico che le persone cui vuol bene possano scomparire da un momento all'altro... non c'è neanche cattolicesimo che tenga, i bimbi non hanno la sovrastruttura religiosa, perchè mio nonno dovrebbe andare mai da Gesù, se stava giocando con me?
Non ho risposte del come si spiega, eppure ho letto di tutto a riguardo... penso sia un percorso, che stiamo facendo per mano, e piano la condurrà a risposte che neanche ancora mi son data.
@Francy: Se tu fossi qui, ti abbraccerei forte forte! E' dura, hai perfettamente ragione. E anche altre persone me lo hanno scritto nei commenti: bisogna prima essere pronti in prima persona, per spiegare la morte ai bambini. E soprattutto per trasmettergli il messaggio che è un evento che fa parte del circolo della vita. Anche io mi sento poco pronta ad affrontare l'argomento ed ho sempre cercato di evitare funerali, tranne quelli delle persone che conoscevo tanto bene. Io ho perso la mia cara nonna nel 1998 ma ancora oggi se mi metto a raccontare qualcosa su di lei mi scendono le lacrime. Perchè le volevo un mondo di bene e volevo trascorrere altro tempo con lei. Avrei voluto che lei vivesse per sempre. Che non se ne andasse mai. Ma non si puù scegliere purtroppo! E' dura accettare la perdita delle persone care. E non so quanto possa consolare il fatto che siano giovani, anziane, in buona salute, malate, bambini. Io faccio un po' come lo struzzo. Mi nascondo, non affronto per non soffrire. Ma non credo sia la soluzione migliore, anche perchè vorrei trasmettere al mio bimbo serenità e non paura. Hai ragione, è un percorso...
RispondiEliminaCiao, quello che ha detto benissimo Francy è esattamente quello che penso anche io, lei lo ha espresso molto meglio di quanto io fossi riuscita a fare. Mio papà se n'è andato 30 anni fa dalla sera alla mattina, io avevo 13 anni e ancora oggi piango....ecco io cerco in tutti i modi di spiegare la cosa serenamente a mia figlia, cerco libri, cerco cassette, cerco di dirle della nuvoletta etc.....ma forse cerco di farlo anche per me.
RispondiEliminaUn abbraccio forte fortissimo a Francy, dal cuore.
A proposito delle cose che i bambini pensano x far tornare chi non c'è piu, io x tantissimi anni ho sognato che mio papà bussava alla porta di casa, io aprivo e gli dicevo "ma cosa fai qua? non sei morto?" e lui "ma no, hanno sbagliato persona e io avevo perso la memoria e vagavo x le campagne" (è morto in un incidente d'auto, un pirata gli è andato addosso in frontale e io non l'ho mai visto morto, mia mamma ci ha risparmiato il funerale e forse io nel mio sogno mi raccontavo questa cosa x avere una speranza)
RispondiEliminaGrazie per la vicinanza ragazze, che ricambio, purtroppo finchè tutto va bene questo tema lo si allontana, non dico che prima vivevo nel modo magico dei teletubbies, ma insomma quasi... pensi che le persone cui vuoi bene siano eterne, son riferimenti e i riferimenti per definizione son lì da sempre per sempre... e penso che in fondo questo sia anche il pensiero di un bimbo; quando invece capita a te quel che leggevi sui giornali, è uno schiaffo, duro da accettare, e senza appello... possiamo evitare che i ns bimbi si possano fare troppo male ma è inevitabile che il contraccolpo lo sentano anche loro, e in fondo si diventa anche più genitori, perchè ci si sente un pò più responsabili, si ripensa al ruolo di figli e si rimette in discussione tanta parte di educazione e di valori, che sono quanto ti rimane per andare avanti, si raccoglie un'eredità e si cerca di farne bagaglio per i piccini.
RispondiElimina@Valentina: io da luglio credo di non aver sognato mio padre una decina di volte al massimo, lo sogno di continuo e come te mi invento tutti i modi di resuscitarlo... d'altro canto, anche per mia figlia, sta su una nuvoletta, ma questo non implica che se da là le vuol bene e può vederla, sia "vivo" e quindi se squilla il telefono ogni tanto chiede "è il nonno?" e possa telefonare... il concetto di morte per loro è molto diverso, come lo è nelle nostre teste, per cui le persone a cui abbiamo voluto bene non muoiono mai
Io purtroppo ho dovuto e voluto assistere a tutto invece, e pensa ero incinta di 5 mesi, quindi il resto della gravidanza è stata massacrante, ed è un bene fino all'età della ragione evitare queste cose ai figli, è meglio conservarne il ricordo bello e non quello dell'assenza. Non è facile ragazze, accettare che la vita finisca, così come inizia, ed è forse il concetto più difficile del percorso di crescita. Il figlio di una amica invece, sempre di 3 anni, che ha perso il nonno ma al termine di una lunga malattia tumorale, ha compreso che il nonno sia "morto", ma ha chiesto il corpo, che aveva visto tante volte in ospedale nel corso degli anni, dove fosse ora. Per mia figlia è su una nuvola e va bene così, per lui invece è più materiale la cosa, dove l'avete messo? Lei sta meditando di portarlo al cimitero per spiegarle che è lì, non è scomparso... non so io son perplessa, penso che le mie figlie le porterò al cimitero solo verso l'adolescenza, quando avranno maturato un concetto di morte personale e più tangibile.
Cara Francy io ovviamente non ho visto mio papà morto perchè mia mamma ha voluto evitare questa cosa a me e a mio fratello di 9 anni...quanto glielo ho rimproverato dopo!!!..però ora che sono cresciuta la ringrazio perchè so che lei ha agito x il nostro bene e noi il papà ce lo ricordiamo vivo e sorridente. Non so quale sia la cosa giusta da fare con i bambini/ragazzini, so solo che ogni caso è a se e i genitori in qualche modo vogliono sempre proteggerci. Comunque io le sono grata perchè quando penso a mio papà lo vedo sempre sorridente a giocare con noi.
RispondiEliminala nuvoletta me la sono inventata così, non so nemmeno io come, però mi piace pensare che in qualche modo è qua con noi....magari solo con il suo insegnamento, con la forza che mi ha lasciato, con le cose che mi ha trasmesso....insomma mi manca tanto anche dopo 30 anni e ti ri-abbraccio forte con tutto l'affetto che un post puo fare.
Per ora mia figlia di 4 anni non la porto al cimitero, e non so nemmeno quando portarla....vedrò col tempo....chissà....
Un post davvero interessante che ha sollevato una discussione molto stimolante. Sei una persona profonda e sensibile, Claudia, e nel rapporto con Topastro, sai interrogarti e confrontarti con le idee di tutte in modo molto aperto, senza pregiudizi. Sono sicura che in questo modo arriverai presto a capire qual è il modo giusto per avviare con tuo figlio un discorso su un tema delicato come la morte. Credo anch'io come hanno detto altre, che uno spunto potrebbe essere proprio un animale morto che si incontra per strada. Sarebbe il modo più naturale per farlo.
RispondiEliminaMi piace l'idea di raccontare (e parlo soprattutto per chi non è credente) che le persone care che purtroppo sono morte, ci stanno però vicine, ci vogliono ancora bene e possiamo ancora parlare con loro, se ne sentiamo il bisogno. Ultima cosa sulle fiabe tradizionali: è vero che spesso sono presenti scene o personaggi che spaventano un pò i bambini, ma secondo me possono essere utili per affrontare ed esorcizzare le paure. Chiaramente evitando di insistere se vediamo che i piccoli non sono ancora pronti per ascoltarle...Questo commento sta diventando chilometrico, quindi ora ti devo proprio salutare, anche se un pò mi dispiace, ce ne sarebbero tante di cose da dire... Buonanotte!
Ciao
RispondiEliminacomplimenti per il tuo blog!
Volelo invitarti a visitare un nuovo blog nato come laboratorio ludico-creativo per bambini e genitori.
E' appena nato ma arriverà carico di attività.
E' previsto anche uno spazio di condivisione con mamme creative, interviste, giochi e attività.
Se ti va,
ti aspetto!!!
Mi sono accorta di non essermi spiegata bene, intendevo dire che non gli abbiamo parlato di morte in relazione al terremoto per non farlo terrorizzare ogni volta che c'è qui da noi. Altrimenti è consapevole del concetto di morte in generale, sa che i suoi bisnonni sono morti e che stanno in cielo! Un abbraccio =)
RispondiElimina@Ninfa: uno dei motivi per cui mi piace scrivere è proprio quello di confrontarmi con altre mamme, senza polemica, conoscere altre esperienze a magari scoprire nuove idee. Grazie per il tuo commento!
RispondiElimina@M.C.C.: grazie, verrò a dare un'occhiata.
@Tra le foglie del mio giardino: in effetti non avevo capito bene..
bello queisto post.. molto bello e soprattutto bella domanda.. come spiegare?
RispondiEliminacredo che sia uan di quelle domande a cui non esista un'unica risposta. Molto anzi troppo soggettiva.
Io personalmente credo ci sia un momento di maturazione per tutto. Credo che non bisogni cotonare troppo tutto ma nemmeno essere troppo esplici, in fin dei conti è di bambini molto piccoli che si sta parlando, di bambini che cominciano a "conoscere" la vita adesso e poi, sicneramente, il concetto morte a volte è difficile persino per noi adulti.
Io cerco di confrontarmi al meglio con le domande che mi pongono... e con al meglio voglio dire cercare la risposta più chiara e semplice ad una domanda che seppur inaspettata è terribilmente semplice.. insomma la causa effetto del mondo dei piccoli è veramente fatta di semplicità. L'unica mia regola fissa è : "non è vero che loro non capisocno o non possono capire"
... sucsa volevo aggiungere che anch'io spero che il mondo dei nostri bimbi fatto di fate, principesse o pinguini possa durare il più possibile... perchè è un mondo fantastico e forse, non farebbe male anche a noi adulti avere qualche pinguino x amico.. riuscire ancora a saper sognare :)
RispondiElimina@Nina - graficapura: è vero, il mondo dei piccolo è semplice. La loro logica è davvero diversa dalla nostra. Noi pensiamo, pensiamo, pensiamo. Loro hanno soluzioni semplici e pratiche. Anche a me a volte piacerebbe tornare bambina e vivere una giornata spensieratissima!
RispondiEliminaciao... io penso che farli vivere in una campana di vetro (cosa che tu non fai) sia sbagliato ma che ci vuole tatto e tempo in tutte le cose....io se fossi stata al posto delle maestre non l'avrei fatto...capisco in una lezione di geografia con + grandicelli ma insomma ci sono dei bambini più sensibili e bisogna stare attenti. con l'occasione ti segnalo che oggi ho scritto un post http://bimamma.blogspot.com/2011/03/e-book-per-il-giappone.html con una interessante iniziativa per un contributo SAVE THE CHILDREN PRO GIAPPONE.. se ti va puoi dargli una occhiata. CIAO
RispondiElimina@Twins(bi)mamma: la scuola di Topastro è piccola. Ha solo due classi di 30 bimbi ognuna. Una è formata da piccoli e mezzani e l'altra da mezzani e grandi. Fanno anche diverse attività tutti insieme, quindi i bimbi piccoli hanno la possibilità di parlare con i grandi. So che è stata detta una preghiera ed è stato accennato a grandi linee cosa era successo. Io penso che le maestre siano state brave, i bimbi hanno bisogno di sapere. Magari tanti avevano sentito parlare dai grandi del terremoto, al supermercato, intravisto qualcosa in tv.... Comunque il mio bimbo non era preoccupato nè spaventato, mi ha comunicato quello che aveva capito. E poi io mi fido moltissimo di queste maestre, sono davvero brave a capire di cosa hanno bisogno i bimbi. Ora vengo da te a leggere il post!
RispondiEliminaciao,è un piacere leggerti perchè sei molto creativa. Anche a me piace creare diversi oggettini insieme ai miei figli o da sola. ciao
RispondiEliminaGrazie Anonimo... scusa se ti chiamo così ma non hai scritto il tuo nome. Ciao!
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