Per il venerdì del libro, iniziativa di HomeMadeMamma vi propongo un libricino in formato PDF. Questo libricino è stato stampato anni fa e allegato a una pubblicazione riminese che viene distribuita in zona. Al momento non sono previste ristampe ma per fortuna esiste questo formato che può viaggiare per il web e raggiungere chiunque strappando più di un sorriso. Io, grazie a uno dei miei contati facebook l'ho scoperto solo pochi giorni fa!!!
Ormai lo sapete, sono Romagnola, Riminese e orgogliosa di esserlo: amo la mia Terra! Questo libretto è meraviglioso perchè spiega come una persona che si è trasferita a Rimini può integrarsi con gli indigeni. Un aiuto per interpretare i modi di dire, la scansione del tempo che avviene in base alla stagione, l'importanza della spiaggia che si frequenta.
A me ha riportato indietro nel tempo. Quando ero piccina e arrivava l'estate molte persone del mio condominio e di quelli vicini si trasferivano dalla nonna, nella casa di campagna, in garage o cantina e affittavano il loro appartamento ai turisti. E so cosa significia: oggi è garbino. O le mille notizie che racchiude la risposta alla domanda: a che bagno vai? Bello, bello, bello! Complimentissimi a Lia Celi. Il titolo del libricino é Alieni a Rimini! Come integrarsi fra i riminesi senza perdere il buonumore. Potete leggero e/o scaricarlo qui.
Ho chiesto a Lia se potevo copiare alcune frasi per far capire a chi passa di qui di che tipo di libro si tratta:
“Fare la stagione” significa diventare per quattro mesi un ingranaggio, piccolo o grande, dell’industria del turismo. Si comincia da ragazzi, come aiuto-bagnino o aiuto-barista, e si smette (se si smette) da vecchi, spesso ancora come aiutobagnino o aiuto-barista nel bagno o nel bar dei figli (nel mezzo ci sono state una quarantina di stagioni in cui si è fatto di tutto, dallo chef all’insegnante di salsa e merengue).
Quando sulle saracinesche dei negozi in città appare il cartello “siamo al mare”, non significa che l’esercente sta poltrendo al sole, ma semplicemente che da oggi lo si trova solo nel suo negozio in viale Regina Elena
Dalla frequenza e gravità con cui lo sentivi citare, all’inizio pensavi che questo Garbino fosse un boss della mafia, un noto jettatore, un famelico mustelide calato dalla Carpegna, un perfido ufficiale della Guardia di Finanza o il Gabibbo di Striscia pronunciato male.
La scoperta che il garbino è il vento di terra (un libeccio un po’ spurio) ti ha lasciato di stucco. Sapevi che i venti provocano sbalzi d’umore in soggetti particolarmente sensibili, non che potessero determinare una specie di sindrome premestruale collettiva in un capoluogo di provincia.
Da giugno a settembre, “casa” era tutto ciò che non poteva venire affittato ai turisti: il sottoscala, il garage, la soffitta. Lì si ritiravano i residenti ufficiali, dalla nonna ottuagenaria al neonato in fasce, per lasciare i vani “buoni” agli ospiti paganti, e la padrona di casa cucinava per tutti. Quando i bambini riminesi degli anni Sessanta e Settanta leggevano il diario di Anna Frank, vi trovavano qualcosa di curiosamente familiare: anche loro per quattro mesi all’anno vivevano nascosti in casa propria, benché per motivi esattamente opposti a quelli della sventurata ragazzina olandese: non si trattava di sfuggire ai tedeschi, ma di farli rimanere il più possibile.
“A che bagnino vai?”
A Rimini è come chiedere “di che segno sei?”. Il bagnino (o bagno, alias stabilimento balneare), è una delle coordinate fondamentali per inquadrare il tuo interlocutore, ed è molto più affidabile dell’astrologia nel delineare status, gusti e carattere. Il riminese non chiama il bagnino per nome, come fanno i turisti, ma col numero. Se glielo indichi per nome, va in confusione. “Vado al bagnino Luciano”, “Sì, ma a che numero?”, “Il 21”, “Ma va’? E’ il mio bagnino da una vita!”
La scelta del bagno di riferimento è un impegno complesso e a lungo termine. Sottintende un progetto di vita – e difatti, nella sua vita, l’indigeno tende a cambiare più spesso casa che bagnino, quasi sempre in corrispondenza di un’importante tappa esistenziale. Cambi bagnino quando passi dall’infanzia all’adolescenza, e vuoi andare in spiaggia dove sono i tuoi amici e le sudamericane che fanno i balli da spiaggia. Poi ti innamori, e scappi con la tua bella in moto verso Misano, dove i gavettoni degli amici non potranno mai raggiungerti. Ti sposi, e ti trasferisci nel bagno del coniuge, o in uno neutro, perché non sopportate le rispettive compagnie. Fai carriera, e affitti l’ombrellone stagionale nel bagno dei boss per metterti in buona luce anche nel weekend. Cambi ancora quando arrivano i figli, e torni al tuo bagno d’infanzia, con gli scivoli, le altalene e l’indispensabile nonna-sitter.
Io l'ho trovato meravigliosameante umoristico e soprattutto vero! Divertentissimo da leggere sia per gli "alieni", per chi ha amici riminesi, per chi viene qua in vacanza e anche per i riminesi. Per quest'ultimi la lettura sarà davvero esilarante. Leggendo ci si rende conto delle strane cose che facciamo, di come siamo e di come ci vedono gli altri!
Lia Celi ha scritto diversi libri: Piccole donne rompono, Salvare le modifiche prima di chiudere?, Amiche a fil di lama. Ice magic. Vol. 7, ...
Buone risate!
Ormai lo sapete, sono Romagnola, Riminese e orgogliosa di esserlo: amo la mia Terra! Questo libretto è meraviglioso perchè spiega come una persona che si è trasferita a Rimini può integrarsi con gli indigeni. Un aiuto per interpretare i modi di dire, la scansione del tempo che avviene in base alla stagione, l'importanza della spiaggia che si frequenta.
A me ha riportato indietro nel tempo. Quando ero piccina e arrivava l'estate molte persone del mio condominio e di quelli vicini si trasferivano dalla nonna, nella casa di campagna, in garage o cantina e affittavano il loro appartamento ai turisti. E so cosa significia: oggi è garbino. O le mille notizie che racchiude la risposta alla domanda: a che bagno vai? Bello, bello, bello! Complimentissimi a Lia Celi. Il titolo del libricino é Alieni a Rimini! Come integrarsi fra i riminesi senza perdere il buonumore. Potete leggero e/o scaricarlo qui.
Ho chiesto a Lia se potevo copiare alcune frasi per far capire a chi passa di qui di che tipo di libro si tratta:
Quando sulle saracinesche dei negozi in città appare il cartello “siamo al mare”, non significa che l’esercente sta poltrendo al sole, ma semplicemente che da oggi lo si trova solo nel suo negozio in viale Regina Elena
Dalla frequenza e gravità con cui lo sentivi citare, all’inizio pensavi che questo Garbino fosse un boss della mafia, un noto jettatore, un famelico mustelide calato dalla Carpegna, un perfido ufficiale della Guardia di Finanza o il Gabibbo di Striscia pronunciato male.
La scoperta che il garbino è il vento di terra (un libeccio un po’ spurio) ti ha lasciato di stucco. Sapevi che i venti provocano sbalzi d’umore in soggetti particolarmente sensibili, non che potessero determinare una specie di sindrome premestruale collettiva in un capoluogo di provincia.
Da giugno a settembre, “casa” era tutto ciò che non poteva venire affittato ai turisti: il sottoscala, il garage, la soffitta. Lì si ritiravano i residenti ufficiali, dalla nonna ottuagenaria al neonato in fasce, per lasciare i vani “buoni” agli ospiti paganti, e la padrona di casa cucinava per tutti. Quando i bambini riminesi degli anni Sessanta e Settanta leggevano il diario di Anna Frank, vi trovavano qualcosa di curiosamente familiare: anche loro per quattro mesi all’anno vivevano nascosti in casa propria, benché per motivi esattamente opposti a quelli della sventurata ragazzina olandese: non si trattava di sfuggire ai tedeschi, ma di farli rimanere il più possibile.
“A che bagnino vai?”
A Rimini è come chiedere “di che segno sei?”. Il bagnino (o bagno, alias stabilimento balneare), è una delle coordinate fondamentali per inquadrare il tuo interlocutore, ed è molto più affidabile dell’astrologia nel delineare status, gusti e carattere. Il riminese non chiama il bagnino per nome, come fanno i turisti, ma col numero. Se glielo indichi per nome, va in confusione. “Vado al bagnino Luciano”, “Sì, ma a che numero?”, “Il 21”, “Ma va’? E’ il mio bagnino da una vita!”
La scelta del bagno di riferimento è un impegno complesso e a lungo termine. Sottintende un progetto di vita – e difatti, nella sua vita, l’indigeno tende a cambiare più spesso casa che bagnino, quasi sempre in corrispondenza di un’importante tappa esistenziale. Cambi bagnino quando passi dall’infanzia all’adolescenza, e vuoi andare in spiaggia dove sono i tuoi amici e le sudamericane che fanno i balli da spiaggia. Poi ti innamori, e scappi con la tua bella in moto verso Misano, dove i gavettoni degli amici non potranno mai raggiungerti. Ti sposi, e ti trasferisci nel bagno del coniuge, o in uno neutro, perché non sopportate le rispettive compagnie. Fai carriera, e affitti l’ombrellone stagionale nel bagno dei boss per metterti in buona luce anche nel weekend. Cambi ancora quando arrivano i figli, e torni al tuo bagno d’infanzia, con gli scivoli, le altalene e l’indispensabile nonna-sitter.
Io l'ho trovato meravigliosameante umoristico e soprattutto vero! Divertentissimo da leggere sia per gli "alieni", per chi ha amici riminesi, per chi viene qua in vacanza e anche per i riminesi. Per quest'ultimi la lettura sarà davvero esilarante. Leggendo ci si rende conto delle strane cose che facciamo, di come siamo e di come ci vedono gli altri!
Lia Celi ha scritto diversi libri: Piccole donne rompono, Salvare le modifiche prima di chiudere?, Amiche a fil di lama. Ice magic. Vol. 7, ...
Buone risate!
Deve essere proprio carino, e mi ricorda molto anche le vacanze al mare in Abbruzzo che ho sempre fatto anche se io ero dalla parte del "villeggiante" è proprio come dici tu, i residenti che vanno ad abitare nei garage e via dicendo per lasciare il posto ai turisti :) ! Ciao ciao!
RispondiEliminaGli scritti di Lia Celi mi hanno sempre fatto molto ridere,sicuramente lo cercherò nel caso decidessi di fare un salto dalle parte di Rimini.
RispondiEliminaMa che bello e divertente dev'essere questo libro!!! C'è tutta una filosofia dietro, una mentalità, che solo vivendola calati nella realtà di cui stai parlando si possono cogliere appieno. La cosa più bella quando si viaggia o visita un posto diverso è proprio questa, cercare di entrare nel modo di vivere della gente, i dialetti, le ricette tradizionali, i posti frequentati dai locali, i modi di dire...
RispondiEliminaA presto,
Michela
Molto divertente, e direi un bell'esempio di socio-antropologia contemporanea!
RispondiEliminaForte! Hai sempre proposte originalissime, brava Claudia :-)
RispondiElimina@LaCasettaDelleIdee: anceh in Abruzzo? Non lo sapevo. Qui ormai non si fa più. Ci sono gli alberghi e tanti! I turisti invece calano.
RispondiElimina@kemate: tu la conoscevi già? Io scoperta ora! Cosa mi consigli di leggere per primo??
@Michela: si, sicuramente è racconto divertentissimo per chi vive a Rimini o chi ci viene spesso perchè conosce bene tutto ciò di cui si parla nel libro.
@la povna: è vero! Un vero e proprio studio sui riminesi :-)
@maris: grazie!!
Molto originale questa tua segnalazione!
RispondiEliminaBellissima l'anteprima, hai fatto bene a mettere qualche stralcio...appena ho un minuto in più lo scarico e me lo bevo tutto d'un fiato.
RispondiEliminaQui a Cagliari vale la stessa tradizione ma per quanto riguarda la spiaggia, non gli stabilimenti...Un milione d'anni fa lungo la spiaggia passava il filobus con le varie fermate la 1°, la 2°, la 3° e così via. In ognuna di queste ci andava un tipo di gente diversa, o comunque gli stessi abitudinari....e dopo tanti anni l'autobus ha cambiato molte delle fermate ma ancora i cagliaritani chiedono "Dove vai al poetto?" e magari la 5°("fermata" non si dice) non esiste più come nella vecchia tratta del filobus...però "quella" particolare striscia di spiaggia "è" la 5° per tutti!.
Ad esempio se qualcuno mi proponesse di andare alla 1°...io me ne guardo bene, perchè è la spiaggia dei fighetti, dei palestrati, di chi se la tira....e non è molto adatta ad una allegra famigliola!
Ciao
Ps "Poetto" è il nome dello spiaggione mega di Cagliari!
Del Garbino sapevo, lo dicono sempre alla radio che ascolto perchè in estate trasmettono da Riccione ;) Ti ho letta subito in realtà, perchè ricevo i tuoi post via email, e ovviamente ho scaricato subito l'ebook sull'ipod!!! :-) ma solo oggi riesco a passare e vedere anche le foto e dirti grazie! :)
RispondiEliminaciao!
@Stefania: grazie
RispondiElimina@BiancaneveRossa: che bello il tuo racconto, grazie per averlo lasciato qui :-)
A me piace molto scoprire le cose vere dei luoghi. Non solo quelle dedicate ai turisti. Quando viaggio sono una di quelle "matte" che entrano nei supermercati, specie all'estero, cerca ristoranti frequentati da indigeni e ascolta le storie delle persone anziane.
@Cì: non so se il racconto fa ridere anche chi non conosce tutti i particolari che racconta Lia Celi nel suo racconto, magari me lo farai sapere. A me è piaciuto tantissimo, è un ritratto di me e tante altre persone che vivono qua. L'ho segnalato a molti amici ed è piaciuto a tutti! Grazie a te di essere passata!
Appena scaricato! Come non avrei potuto dopo 40 anni di Riviera Adriatica? Come mi ritrovo negli stralci che hai scritto: gli amici locali che vivevano in una soffitta, il garbino che mi fa venire il mal di testa, di bagni ne ho cambiati 4 in 40 anni, circa ci siamo con i cambi generazionali.
RispondiEliminaDavvero un bel suggerimento. Grazie Claudia
@mammozza: sono contenta che ti piaccia! Io ho finito di leggerlo ieri sera.
RispondiEliminaPer farsi due belle risate sulla condizione di noi mamme ti consiglio "Piccole donne rompono".
RispondiElimina@kemate: grazie del consiglio! Penso che prenderò quello :-)
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