I parchi gioco son luoghi dove corrono i bambini; saltano, gridano, cantano, litigano e poi fanno pace. E intanto imparano a decidere insieme a quale gioco giocare, stabiliscono delle regole che valgono per tutti e si assegnano a vicenda dei ruoli per iniziare il gioco. Quattro anni fa, poco dopo aver conosciuto la socia, Raffaella Bedetti, non avrei mai pensato che questi luoghi sarebbero stati motivo di crescita anche per me. In questi anni ho imparato davvero tanto, con curiosità, leggendo e ascoltando ma soprattutto grazie a persone che lavorano non solo con le mani e con la mente ma anche con il cuore. Quattro anni fa, ve lo posso giurare, non avrei scommesso 1 centesimo che avrei trovato il coraggio di parlare davanti a più di cinque persone per illustrare un'area giochi inclusiva e invece l'ho già fatto diverse volte. È stata una sfida contro me stessa e oggi non ho più neanche tanta paura. Settimana prossima un'altra bellissima sfida :-)
Questi parchi son davvero magici, sono luoghi speciali e quindi progettiamoli con cura!
Se avete cinque minuti liberi leggete il post "E il progetto?"
Perché ogni qualvolta si decide di costruire un Museo, riqualificare una Piazza, realizzare una pista ciclabile, inserire una rotonda in un incrocio di strade, (e l'elenco potrebbe proseguire); per prima cosa si decide di redigere un progetto*, mentre nel caso dell'area giochi no?
Forse non si pensa al progetto perché il gioco non viene ritenuta attività sufficientemente importante? Forse perché è un'attività che svolgono in particolar modo i bambini, mentre l'amministrazione pensa solo agli adulti? Forse i bambini non sono cittadini al pari di coloro che hanno raggiunto la maggiore età e possono votare ed esprimere la loro opinione?
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