Viserba, 30 Marzo 2018
Ieri sera per puro caso mi sono imbattuta in un post facebook pubblicato da qualche amico e sono rimasta colpita dall'immagine e attirata dal fatto che si trattasse di un libro per ragazzi. "Dove ti porta un bus" di Anna Lavatelli. Un libro che mostrava in copertina l'immagine di una bimba in carrozzina, e mica su una carrozzina di tipo ospedaliero viene spesso riprodotta nelle immagini che poi girano sui social... No, no, una carrozzina come quelle che usano i bambini con i copriraggi decorati, (grazie Francesca Carabelli)!
Super curiosa sono andata immediatamente a leggere la trama sul sito della casa editrice:
"Manolo è appena arrivato in una nuova città. Sua madre vorrebbe che facesse nuove amicizie. Il caso vuole che proprio il primo giorno nella nuova scuola, alla fermata del bus, i due conoscano Lucilla, ragazzina forte, senza peli sulla lingua e dotata di un vero e proprio caratterino. E di una sedia a rotelle, a causa della quale è perennemente stizzita. Insieme, dopo un breve periodo di schermaglie e un piccolo incidente a una gamba che costringe Manolo a sua volta a una breve permanenza su rotelle, decidono di lottare contro le barriere. Architettoniche e umane. Età di lettura: da 7 anni." http://www.giunti.it/libri/ragazzi/dove-ti-porta-un-bus/
Stupita dal fatto che l'argomento fossero le barriere architettoniche e non una storia di avventura, d'amore o un giallo con protagonista una bimba in carrozzina mi sono ulteriormente incuriosita e mi son pure domandata: ma chi leggerà questo libro che tratta un argomento un pochino di nicchia come lo sono le barriere architettoniche? Naturalmente dopo 10 minuti avevo già acquistato e scaricato la versione digitale sul mio ebook reader e avevo iniziato a leggere.
Questa mattina mi son svegliata presto e subito dopo colazione mi sono immersa nuovamente nella lettura, non prima di aver consigliato il libro a un paio di amiche, (avevo già letto poco meno di metà libro), e aver mandato un messaggino alla mia amica libraia per sapere se il libro era disponibile in libreria. Prima delle 10:00 avevo strisciato il dito sul mio ebook reader per far scorrere l'ultima pagina, soddisfatta dalla lettura. Cosa mi è piaciuto di questo racconto, tanto da trovare il tempo per scrivere un post su questo mio blog ormai trascurato da tempo? Come scrivevo già sopra mi è piaciuta la copertina che ritrae una bimba su una carrozzina allegra, mi è piaciuta la semplicità con cui è stata raccontata la storia, il fatto che non si accenni minimamente al motivo per cui Lucilla, protagonista della storia insieme a Manolo, sia seduta in carrozzina. Non è mica sempre obbligatorio associare un bimbo in carrozzina a una malattia, si può anche solo presentare un bimbo in carrozzina e descrivere altre sue caratteristiche come il carattere, il colore dei suoi capelli, i suoi giochi preferiti.
Più di tutto ho apprezzato il fatto che a Lucilla nella storia sia stata assegnata la parte della birichina e non della poverina disabile in carrozzina da compatire, aiutare, includere. Lucilla parla sempre, vuole essere al centro dell'attenzione dei compagni di scuola e della maestra, fa la spia se qualcuno copia un compito; tanti compagni la evitano perché non sopportano il suo caratterino. Dall'altra parte c'è Manolo che è molto timido e fatica a fare amicizia e pure a lui Lucilla non è molto simpatica. Non per forza tutti devono essere amici di un bambino con disabilità, un racconto vero, non uno di quelli ricoperti di miele.
Arrivata a metà lettura mi sono chiesta come mai nella trama si facesse accenno alle barriere architettoniche visto che non avevo ancora trovato alcun accenno a scale, ascensori che non funzionano o marciapiedi senza rampa ma poi... colpo di scena! Manolo si rompe entrambe le gambe dopo essere caduto dalle scale e inizia ad avvicinarsi a Lucilla, inizialmente obbligato dalla mamma.
Mi è piaciuto molto lo stratagemma inventato dall'autrice per parlare di barriere, sperimentarle sulla propria pelle, e mi è piaciuto molto anche il fatto che abbia dato il compito di illustrare le barriere a una bambina. Ho anche apprezzato il fatto che le barriere che impediscono alle persone con disabilità motoria di muoversi in autonomia e liberamente non siano l'argomento principale, (probabilmente la storia sarebbe stata un pochino troppo noiosa e pesante), ma attorno vi sia stata costruita una bella storia raccontata da Manolo. Non vi svelo cosa accade in seguito perché è una storia simpatica da leggere e non voglio togliervi il piacere di gustarvi il piano di Lucilla e Manolo per farsi ascoltare dagli adulti: ingegnosi i due ragazzi! Una storia che poco ha a che fare con la disabilità, quasi nulla, ma è questo il bello: due bambini che si scontrano e poi fanno amicizia e insieme, grazie alla determinazione di lei, riusciranno a ottenere dagli adulti il rispetto di un diritto. Una storia che ritengo molto credibile, naturalmente a misura di bambino. Grazie Anna Lavatelli per aver scritto una storia normale, normalissima, nella quale è stata inserita anche una bambina in carrozzina, cosa che purtroppo non accade così spesso.
Ieri sera per puro caso mi sono imbattuta in un post facebook pubblicato da qualche amico e sono rimasta colpita dall'immagine e attirata dal fatto che si trattasse di un libro per ragazzi. "Dove ti porta un bus" di Anna Lavatelli. Un libro che mostrava in copertina l'immagine di una bimba in carrozzina, e mica su una carrozzina di tipo ospedaliero viene spesso riprodotta nelle immagini che poi girano sui social... No, no, una carrozzina come quelle che usano i bambini con i copriraggi decorati, (grazie Francesca Carabelli)!
Super curiosa sono andata immediatamente a leggere la trama sul sito della casa editrice:
"Manolo è appena arrivato in una nuova città. Sua madre vorrebbe che facesse nuove amicizie. Il caso vuole che proprio il primo giorno nella nuova scuola, alla fermata del bus, i due conoscano Lucilla, ragazzina forte, senza peli sulla lingua e dotata di un vero e proprio caratterino. E di una sedia a rotelle, a causa della quale è perennemente stizzita. Insieme, dopo un breve periodo di schermaglie e un piccolo incidente a una gamba che costringe Manolo a sua volta a una breve permanenza su rotelle, decidono di lottare contro le barriere. Architettoniche e umane. Età di lettura: da 7 anni." http://www.giunti.it/libri/ragazzi/dove-ti-porta-un-bus/
Questa mattina mi son svegliata presto e subito dopo colazione mi sono immersa nuovamente nella lettura, non prima di aver consigliato il libro a un paio di amiche, (avevo già letto poco meno di metà libro), e aver mandato un messaggino alla mia amica libraia per sapere se il libro era disponibile in libreria. Prima delle 10:00 avevo strisciato il dito sul mio ebook reader per far scorrere l'ultima pagina, soddisfatta dalla lettura. Cosa mi è piaciuto di questo racconto, tanto da trovare il tempo per scrivere un post su questo mio blog ormai trascurato da tempo? Come scrivevo già sopra mi è piaciuta la copertina che ritrae una bimba su una carrozzina allegra, mi è piaciuta la semplicità con cui è stata raccontata la storia, il fatto che non si accenni minimamente al motivo per cui Lucilla, protagonista della storia insieme a Manolo, sia seduta in carrozzina. Non è mica sempre obbligatorio associare un bimbo in carrozzina a una malattia, si può anche solo presentare un bimbo in carrozzina e descrivere altre sue caratteristiche come il carattere, il colore dei suoi capelli, i suoi giochi preferiti.
Più di tutto ho apprezzato il fatto che a Lucilla nella storia sia stata assegnata la parte della birichina e non della poverina disabile in carrozzina da compatire, aiutare, includere. Lucilla parla sempre, vuole essere al centro dell'attenzione dei compagni di scuola e della maestra, fa la spia se qualcuno copia un compito; tanti compagni la evitano perché non sopportano il suo caratterino. Dall'altra parte c'è Manolo che è molto timido e fatica a fare amicizia e pure a lui Lucilla non è molto simpatica. Non per forza tutti devono essere amici di un bambino con disabilità, un racconto vero, non uno di quelli ricoperti di miele.
Arrivata a metà lettura mi sono chiesta come mai nella trama si facesse accenno alle barriere architettoniche visto che non avevo ancora trovato alcun accenno a scale, ascensori che non funzionano o marciapiedi senza rampa ma poi... colpo di scena! Manolo si rompe entrambe le gambe dopo essere caduto dalle scale e inizia ad avvicinarsi a Lucilla, inizialmente obbligato dalla mamma.
Mi è piaciuto molto lo stratagemma inventato dall'autrice per parlare di barriere, sperimentarle sulla propria pelle, e mi è piaciuto molto anche il fatto che abbia dato il compito di illustrare le barriere a una bambina. Ho anche apprezzato il fatto che le barriere che impediscono alle persone con disabilità motoria di muoversi in autonomia e liberamente non siano l'argomento principale, (probabilmente la storia sarebbe stata un pochino troppo noiosa e pesante), ma attorno vi sia stata costruita una bella storia raccontata da Manolo. Non vi svelo cosa accade in seguito perché è una storia simpatica da leggere e non voglio togliervi il piacere di gustarvi il piano di Lucilla e Manolo per farsi ascoltare dagli adulti: ingegnosi i due ragazzi! Una storia che poco ha a che fare con la disabilità, quasi nulla, ma è questo il bello: due bambini che si scontrano e poi fanno amicizia e insieme, grazie alla determinazione di lei, riusciranno a ottenere dagli adulti il rispetto di un diritto. Una storia che ritengo molto credibile, naturalmente a misura di bambino. Grazie Anna Lavatelli per aver scritto una storia normale, normalissima, nella quale è stata inserita anche una bambina in carrozzina, cosa che purtroppo non accade così spesso.
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