Un racconto del mio babbo Giorgio Protti
Quando ho cominciato a lavorare nel ‘60-’61, avevo 13/14 anni; non avevo neanche il libretto perché si faceva a 15 anni. Io ho lavorato con Semprini che era l’unico idraulico che c’era a Viserba oltre a Cecco (Pavani). Ero un bambino. Quando ho avuto 17 anni ho fatto il mio primo lavoro da solo, ho fatto l’impianto dell’hotel Zeus, quello lì, l’ho fatto io.
All’inizio il proprietario del Zeus si è arrabbiato, è andato da Semprini a dirgli: ma come? mo chi te mu mand? un burdel? Io devo aprire! Ha messo in piedi una roba bestiale perché doveva aprire in primavera. Io ho lavorato come un cane, dopo 3 o 4 anni ero in grado di fare quel lavoro lì da solo e lui, per altri 8/9 anni che son stato a lavorare con Semprini, ha voluto sempre me lì dentro questo Ricci.
Quello è stato il primo lavoro che ho fatto io. Semprini mi ha detto: te devi fare questo lavoro e io non dormivo la notte, allora si faceva tutto a mano, i filetti, una fatica bestiale, è stata un’esperienza incredibile. Me lo ricorderò per sempre.
Poi nella via Milano, all’angolo, c’era una casina di mattoni, i proprietari ci hanno chiamato per mettere l’acqua in casa, parlo sempre degli anni ‘60. Adesso l’hanno rimodernata, allora era una casina piccola di mattoni. CI hanno chiamati per mettere due rubinetti sopra il lavello e non era una cosa da poco; ci voleva il serbatoio sopra di caduta. Nel ‘60/’61 nessuno aveva l’acqua in casa a Viserba, andavano a prendere l’acqua dalla fontana di fuori che zampillava dal terreno. Qui tutte le case avevano una vasca da lavare i panni con il getto d’acqua, qua sotto è tutta acqua. Allora noi prendevamo l’acqua con l’autoclave e la mandavamo su nel serbatoio sopra il soffitto e poi di caduta veniva giù dove decidevi te: nel bagno, nel gabinetto e nel lavello di terracotta.
Quella volta per festeggiare mi avevano invitato a casa a mangiare queste donne di Milano; loro a Milano ce l’avevano l’acqua in casa, ma nella casina a Viserba no. A Viserba c’erano tutte casine piccole, come questa, quando eravamo ragazzi noi, si imparava presto. Io questi tubi grossi qui del gas… A Riccione non arrivavano con il gas al condominio, i tubi erano sulla strada principale a 200 metri, l’idraulico che faceva il lavoro, doveva farla lui la tubazione. Io a Riccione ne ho fatti tanti, tipo il PEEP. Io a 18/19 anni facevo quel lavoro lì e usavo la macchina per saldare, i ragazzi di oggi manualmente non saprebbero neppure accenderla, se gli si ferma la bicicletta non tornano neanche a casa.
PRECISAZIONE di Maurizio Panighelli: l'hotel Zeus è stato costruito dal Signor Piva Benito poi fu venduto al Signor Pari Secondo detto "Rezz" padre della Marinella Pari e di Mario Pari gestore del bar Matisse. Il Signor Piva Benito aveva una figlia che si chiama Fiammetta produttrice di vino nella tenuta Fiammetta
Quando ho cominciato a lavorare nel ‘60-’61, avevo 13/14 anni; non avevo neanche il libretto perché si faceva a 15 anni. Io ho lavorato con Semprini che era l’unico idraulico che c’era a Viserba oltre a Cecco (Pavani). Ero un bambino. Quando ho avuto 17 anni ho fatto il mio primo lavoro da solo, ho fatto l’impianto dell’hotel Zeus, quello lì, l’ho fatto io.
All’inizio il proprietario del Zeus si è arrabbiato, è andato da Semprini a dirgli: ma come? mo chi te mu mand? un burdel? Io devo aprire! Ha messo in piedi una roba bestiale perché doveva aprire in primavera. Io ho lavorato come un cane, dopo 3 o 4 anni ero in grado di fare quel lavoro lì da solo e lui, per altri 8/9 anni che son stato a lavorare con Semprini, ha voluto sempre me lì dentro questo Ricci.
Quello è stato il primo lavoro che ho fatto io. Semprini mi ha detto: te devi fare questo lavoro e io non dormivo la notte, allora si faceva tutto a mano, i filetti, una fatica bestiale, è stata un’esperienza incredibile. Me lo ricorderò per sempre.
Poi nella via Milano, all’angolo, c’era una casina di mattoni, i proprietari ci hanno chiamato per mettere l’acqua in casa, parlo sempre degli anni ‘60. Adesso l’hanno rimodernata, allora era una casina piccola di mattoni. CI hanno chiamati per mettere due rubinetti sopra il lavello e non era una cosa da poco; ci voleva il serbatoio sopra di caduta. Nel ‘60/’61 nessuno aveva l’acqua in casa a Viserba, andavano a prendere l’acqua dalla fontana di fuori che zampillava dal terreno. Qui tutte le case avevano una vasca da lavare i panni con il getto d’acqua, qua sotto è tutta acqua. Allora noi prendevamo l’acqua con l’autoclave e la mandavamo su nel serbatoio sopra il soffitto e poi di caduta veniva giù dove decidevi te: nel bagno, nel gabinetto e nel lavello di terracotta.
Quella volta per festeggiare mi avevano invitato a casa a mangiare queste donne di Milano; loro a Milano ce l’avevano l’acqua in casa, ma nella casina a Viserba no. A Viserba c’erano tutte casine piccole, come questa, quando eravamo ragazzi noi, si imparava presto. Io questi tubi grossi qui del gas… A Riccione non arrivavano con il gas al condominio, i tubi erano sulla strada principale a 200 metri, l’idraulico che faceva il lavoro, doveva farla lui la tubazione. Io a Riccione ne ho fatti tanti, tipo il PEEP. Io a 18/19 anni facevo quel lavoro lì e usavo la macchina per saldare, i ragazzi di oggi manualmente non saprebbero neppure accenderla, se gli si ferma la bicicletta non tornano neanche a casa.
PRECISAZIONE di Maurizio Panighelli: l'hotel Zeus è stato costruito dal Signor Piva Benito poi fu venduto al Signor Pari Secondo detto "Rezz" padre della Marinella Pari e di Mario Pari gestore del bar Matisse. Il Signor Piva Benito aveva una figlia che si chiama Fiammetta produttrice di vino nella tenuta Fiammetta
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