La giornata della memoria è terminata ma non esistono giorni in cui è vietato ricordare. Quest'anno insieme a Samuele, nelle settimane scorse, ho letto alcuni libri che trattano il tema della Shoah e approfondito un pochino l'argomento tramite risorse online perché a scuola avrebbe dovuto guardare un film insieme ai suoi compagni. Gli altri alunni hanno affrontato questo capitolo di storia con l'insegnante di religione ma Samuele non partecipa alle lezioni di religione e avrebbe visto un film senza capire quasi nulla della storia. E così abbiamo usato Google per reperire date e numeri e guardare immagini di monumenti eretti in ricordo delle tante persone uccise, riletto "Storia di Vera", letto "La città che sussurrò", "L'albero di Anne" e infine "L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini" di Irène Cohen-Janca e Maurizio A. Quarello, editore Orecchio Acerbo.
Questo libro è entrato in casa nostra nel febbraio 2015, forse dopo aver letto la recensione di Milk Book, (ma non ne sono sicura), e non lo avevo ancora letto con Samuele. Lui era ancora troppo piccolo e il libro piuttosto impegnativo, infatti fino poco tempo fa era riposto sugli scaffali insieme ai miei libri, non ai suoi. Confesso che non ricordavo bene tutta la storia raccontata nel libro e quindi l'abbiamo riscoperta insieme a distanza di due anni. La trama, faccio copia/incolla dal sito di Orecchio Acerbo:
"Simone, poco più che adolescente, tiene per mano il piccolo Mietek. Insieme ai loro compagni dell’orfanotrofio -mesti, ma la testa alta e una canzone sulle labbra- stanno attraversando le strade di Varsavia per raggiungere l’altra parte, il ghetto. Così hanno ordinato gli occupanti tedeschi. A guidare quella comunità, come sempre, Pan Doktor, il dottor Korczak. Non la fame, né le malattie, e neppure le sadiche angherie naziste riescono a intaccare i principii e le pratiche della loro convivenza. Nel prendersi cura di Mietek, Simone gli racconta della Repubblica dei bambini, con tanto di Parlamento, Codici, Tribunale. E poi del giornale murale, delle sedute di lettura, delle rappresentazioni teatrali, delle vacanze alla colonia estiva… Quel treno che li preleva nell’estate del 1942, però, non in campagna li avrebbe portati ma nel lager di Treblinka."
Samuele è rimasto abbastanza colpito dalla storia e ha fatto tante domande, (era successo lo stesso quando abbiamo letto "Storia di Vera"), ne è nata anche una bella discussione mattutina piuttosto impegnata sulle regole, su cosa sia giusto o ingiusto. Samuele affermava che i nazisti avevano fatto bene a mettere in galera il dottor Korczak quando lui si era recato a Palazzo Blank dove era insediata la polizia nazista perché era uscito all'aperto senza indossare la stella gialla sugli abiti, continuava a dire: è giusto così. E invece no, non era giusto, ma non è stato facile spiegargli che esistono regole giuste e regole sbagliate.
Come per il racconto "Storia di Vera" è rimasto molto impressionato dalla cattiveria delle persone e non sono riuscita a rispondere alle sue tante domande "perché gli hanno preso le patate?", "perché li hanno mandati via dalla loro casa?", "perché non potevano uscire?"
Ci sono cose che non si possono o non si riescono a spiegare, io almeno non ci sono riuscita fino in fondo.
A me invece ha colpito molto la storia del dottor Korczak che non ricordavo bene: scrittore, medico e direttore della Casa degli Orfani nella quale era in funzione un governo e un tribunale per giudicare chi si comportava male, grandi e piccini. Korczak fu un precursore in fatto di diritti dei bambini, nel 1929 venne pubblicato il suo libro "Il diritto del bambino al rispetto". Nello stesso anno viene pubblicato con alcune modifiche rispetto alla prima versione "Come amare il bambino"
Insomma, è stata dura ma sono riuscita a leggere dei testi forti con Samuele e a dargli una piccola visione della follia che ogni anno ricordiamo il 27 Gennaio. Ora penso sia pronto per vedere il film. E se vi capita, leggete questo libro perché racconta fatti che si spera non accadano più ma in maniera delicata e con immagini davvero bellissime.
"Questa cosa è troppo brutta, una volta che te l'hanno detta non riesci a togliertela dalla mente" Samuele 9 anni e mezzo.
Questo libro è entrato in casa nostra nel febbraio 2015, forse dopo aver letto la recensione di Milk Book, (ma non ne sono sicura), e non lo avevo ancora letto con Samuele. Lui era ancora troppo piccolo e il libro piuttosto impegnativo, infatti fino poco tempo fa era riposto sugli scaffali insieme ai miei libri, non ai suoi. Confesso che non ricordavo bene tutta la storia raccontata nel libro e quindi l'abbiamo riscoperta insieme a distanza di due anni. La trama, faccio copia/incolla dal sito di Orecchio Acerbo:
"Simone, poco più che adolescente, tiene per mano il piccolo Mietek. Insieme ai loro compagni dell’orfanotrofio -mesti, ma la testa alta e una canzone sulle labbra- stanno attraversando le strade di Varsavia per raggiungere l’altra parte, il ghetto. Così hanno ordinato gli occupanti tedeschi. A guidare quella comunità, come sempre, Pan Doktor, il dottor Korczak. Non la fame, né le malattie, e neppure le sadiche angherie naziste riescono a intaccare i principii e le pratiche della loro convivenza. Nel prendersi cura di Mietek, Simone gli racconta della Repubblica dei bambini, con tanto di Parlamento, Codici, Tribunale. E poi del giornale murale, delle sedute di lettura, delle rappresentazioni teatrali, delle vacanze alla colonia estiva… Quel treno che li preleva nell’estate del 1942, però, non in campagna li avrebbe portati ma nel lager di Treblinka."
Samuele è rimasto abbastanza colpito dalla storia e ha fatto tante domande, (era successo lo stesso quando abbiamo letto "Storia di Vera"), ne è nata anche una bella discussione mattutina piuttosto impegnata sulle regole, su cosa sia giusto o ingiusto. Samuele affermava che i nazisti avevano fatto bene a mettere in galera il dottor Korczak quando lui si era recato a Palazzo Blank dove era insediata la polizia nazista perché era uscito all'aperto senza indossare la stella gialla sugli abiti, continuava a dire: è giusto così. E invece no, non era giusto, ma non è stato facile spiegargli che esistono regole giuste e regole sbagliate.
"Szmek, è lontano dove stiamo andando?"
"No, cammina. Questa distanza un passerotto può percorrerla in qualche battito d'ali e il Gatto con gli stivali in un solo passo."
Come per il racconto "Storia di Vera" è rimasto molto impressionato dalla cattiveria delle persone e non sono riuscita a rispondere alle sue tante domande "perché gli hanno preso le patate?", "perché li hanno mandati via dalla loro casa?", "perché non potevano uscire?"
Ci sono cose che non si possono o non si riescono a spiegare, io almeno non ci sono riuscita fino in fondo.
A me invece ha colpito molto la storia del dottor Korczak che non ricordavo bene: scrittore, medico e direttore della Casa degli Orfani nella quale era in funzione un governo e un tribunale per giudicare chi si comportava male, grandi e piccini. Korczak fu un precursore in fatto di diritti dei bambini, nel 1929 venne pubblicato il suo libro "Il diritto del bambino al rispetto". Nello stesso anno viene pubblicato con alcune modifiche rispetto alla prima versione "Come amare il bambino"
"Al paragrafo 37 Korczak richiede la costruzione di una Magna Charta Libertatis dei diritti del bambino anticipando di molti lustri la Carta Internazionale dei Diritti del Bambino. Egli afferma che i diritti fondamentali del bambino sono: il diritto a essere quello che è, diritto alla sua vita presente, diritto a esprimere ciò che pensa, diritto al rispetto, ..."
"Questa cosa è troppo brutta, una volta che te l'hanno detta non riesci a togliertela dalla mente" Samuele 9 anni e mezzo.
Samuele ha detto una cosa verissima e profonda...quando scorpri questo orrore niente può più essere come prima, perchè diventi consapevole di fin dove può arrivare la cattiveria umana, che poi di umano non ha più niente...
RispondiEliminaLa mia monella per la prima volta ha iniziato quest'anno a fare qualche domanda, ma ancora non ha colto tutto il senso delle cose accadute. Sta crescendo anche lei, però...capirà di più l'anno prossimo e se da un lato questo è un bene, dall'altro mi si stringe il cuore perchè vorrei che conoscesse solo cose belle, ma la vita è fatta anche di cose terribili e pian piano dovrà prenderne coscienza.
Un abbraccio, cara Claudia.
Hai ragione Maris, non è bello raccontare ai nostri figli questi fatti così assurdi, fa star male noi e loro. Purtroppo è storia e speriamo almeno serva di lezione :-(
EliminaUn abbraccione a te!