Ecco qua, anche di questo libro ho girato l'ultima pagina, la 303. Ad essere precisi ho strisciato il dito sul mio lettore di e-book, (no, non è a colori, la foto sotto è un fotomontaggio :-P), e ho rimpianto tanto le pagine di carta. Ho comprato il mio kobo tanti anni fa, spinta dal fatto che la mia libreria in salotto era strapiena di libri di carta e non sapevo davvero più dove metterli. Pensavo fosse pratico leggere su un supporto digitale ma dopo l'entusiasmo iniziale sono tornata a leggere su carta vera, ruvida, rumorosa e odorosa. Ho conservato il kobo per qualche lettura leggera, per libri dei quali non ero certa potessero piacermi e per quelli che sono esauriti nella versione cartacea.
In questo caso particolare, "Kafaraka", è stata invece la fretta di voler leggere il libro a farmi scegliere la versione digitale visto che il cartaceo, (tramite la piattaforma online che utilizzo di solito), sarebbe arrivato a casa non prima di 10 giorni*. Mi son pentita della scelta perché alcuni libri davvero non riesco a leggerli sul kobo, in particolare quelli che necessitano della rilettura di una frase del capitolo precedente, quelli che raccontano storie con tanti personaggi o parti che mi piace sottolineare. Mi sa che, nonostante io lo abbia già letto tutto, lo comprerò anche nella sua versione con le pagine di carta :-)
Immagino che vogliate sapere cosa racconta l'autore, José Cheeín, in questo libro e se mi è piaciuto. La storia raccontata è molto interessante, o almeno lo è stata per me. Una lunga e riflessiva autobiografia ricca di particolari, dei primi 40 anni di vita di José.
Mi è sembrata una sorta di analisi della sua vita, un voler cercare di capire il perché di alcuni fatti accaduti nel passato, o forse più che il perché, voglia di ripercorrerli per capire meglio alcune decisioni o comportamenti personali e della famiglia, voler mettere su carta, (uffa quanto mi è mancata la versione cartacea), la storia di una famiglia che non è certo banale o ordinaria. Accipicchia quante avventure a partire dal bisnonno fino a José. Un peccato lasciarla alla tradizione orale, ora è scritta e resterà a disposizione di chiunque avrà la curiosità di leggerla. Una bella storia con tanti personaggi, soprattutto parenti stretti e/o lontani, (si poteva quasi pensare di inserire a inizio libro un piccolo albero genealogico), condita di storia dell'Argentina sopratutto dal punto di vista politico e sociale: la dittatura, la democrazia, il peronismo, il colpo di stato. Non sapevo quasi nulla di questo Paese così lontano dall'Italia che ci ha spedito con una navicella spaziale questo simpatico ma burbero personaggio che ha deciso con tutto se stesso di vivere qua, di trovare un lavoro e far carriera. Se ci è riuscito o no non posso dirvelo perché svelerei troppo del racconto.
Posso aggiungere che è un libro abbastanza malinconico, lo stesso autore lo dichiara in alcune parti ma lo si percepisce leggendo lo stile di scrittura in molti capitoli anche se non in tutti. Mi è piaciuta la scelta dei capitoli che in modo alternato raccontavano la vita in Italia negli anni '80 e la vita in Argentina fino alla partenza verso il vecchio continente. Ho anche gradito gli estratti di canzoni inserite nel libro, ce ne sono tante, e naturalmente ho sorriso parecchio leggendo tutte le parti in cui si parla della Romagna e di Rimini: degli abitanti accoglienti ma testoni, dei modi di dire, del cibo, dei luoghi che conosco bene e che son gli stessi dove è approdato José tanti tanti anni fa. Nel 1985 io avevo solamente 13 anni mentre Josè si avventurava per le strade di una città sconosciuta, in un Paese sconosciuto, per provare a cambiare il corso della propria vita.
Ve lo consiglio? Sì, sicuramente lo consiglio. È un racconto che mi è piaciuto molto e non lo dico perché conosco l'autore, (ho anche lavorato per lui per un breve periodo), ma perché credo che sia davvero una storia interessante da leggere!
Unica pecca: il testo avrebbe avuto bisogno di una piccola revisione da parte di un professionista, almeno in alcune parti. Ci sono alcuni refusi ma anche frasi che con una diversa esposizione potevano essere lette in maniera più scorrevole o piacevole. Secondo me questo avrebbe dato una marcia in più alla storia che, ripeto, ho trovato davvero bella.
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Titolo: Kafaraka. Un viaggio in 3 continenti lungo 150 anni
Autore: Jose Cheein
Editore: Youcanprint
ISBN: 9788831685801
23/12/2020 Intervista a Radio24, trasmissione LINEE D'OMBRA: Si paragona a Neil Armstrong in viaggio verso la Luna, il nostro ascoltatore Josè in viaggio dall'Argentina all'Italia nel 1985. Per lui, e la sua generazione di sudamericani, l'Europa di quegli anni era veramente il viaggio della vita, un sogno che pochissimi potevano permettersi di realizzare. Pochi, pochissimi soldi in tasca, lo stupore per tutto ciò che lo circonda, Josè ci racconta del suo arrivo a Roma e dei fortunati anni a seguire.
"Kafaraka" è la storia autobiografica del autore, argentino di origini libanesi trapiantato in Italia. Il romanzo racconta le varie tappe della vita del autore, dall'infanzia, in una famiglia benestante ma frugale della provincia argentina, alla formazione come studente, al desiderio di bruciare le tappe, di vivere intensamente, raggiungendo obiettivi sempre più alti. La vita cambia quasi per caso, leggendo di una selezione per una borsa di studio in Italia. Giunge nel nostro paese sentendosi come un astronauta su un altro pianeta, ed è convinto che in quanto emigrante abbia sempre qualcosa da dimostrare in più rispetto agli altri, riuscendo ad aprirsi una strada proprio grazie alla sua forte motivazione. Tra le pagine emerge anche uno spaccato della storia e della società argentine degli ultimi decenni. Il romanzo si conclude con un ritorno alle origini, un viaggio in Libano alla scoperta dei luoghi in cui tutto è cominciato. Vede l'inizio del progetto della sua famiglia, che lo ha portato fino in Italia, nella partenza di suo nonno per l'Argentina, con l'idea di dare un'istruzione a suo figlio, il padre dell'autore, che da deputato riuscirà a far costruire una scuola nel piccolo paesino di Fernandez.
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