martedì 30 marzo 2021

Scuola c'è una salute fisica e c'è una salute mentale

In queste ore molti genitori e adulti stanno commentando sui social la notizia del rientro a scuola in presenza dopo Pasqua di bambini e ragazzi fino alla prima media compresa anche se in zona rossa. Tanti la descrivono come una buona notizia, io invece provo un misto tra rabbia e delusione. Sia chiaro che son felicissima per i bambini che potranno rientrare ma mio figlio ha quasi 14 anni e resterà a casa davanti a un computer così come tanti altri milioni di ragazzi che da un anno subiscono questa reclusione ingiusta.
Per l’ennesima volta il pensiero dei nostri politici è stato quello economico. Concedono il permesso di far rientrare a scuola in presenza tutti i bambini che i genitori non sanno come gestire. Come è possibile andare al lavoro e allo stesso tempo restare a casa perché i due figli di 4 e 8 anni non possono andare a scuola in presenza? Come è possibile aiutarli nella didattica a distanza e allo stesso tempo andare in ufficio o in fabbrica, fare i turni al supermercato o in ospedale?

Gli altri bambini e ragazzi sono “grandi”, si possono arrangiare. Un ragazzino che frequenta la seconda o terza classe della scuola primaria di primo grado ha 12 o 13 anni e non è scontato che sia in grado di stare a casa da solo a seguire le lezioni a distanza. Ma al di là del fatto che sia in grado di stare solo e arrangiarsi, è giusto lo faccia? È giusto che i ragazzi che frequentano licei, istituti professionali o tecnici siano a casa da quasi un anno e che abbiano potuto varcare la porta della loro scuola solo per brevissimi periodi e a turno?

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