Ho finito da poco di leggere "Il treno dei bambini" che mi aveva consigliato la mia amica Monja tempo fa. L'ho ordinato nella mia libreria preferita, Cartamarea, ed ho atteso con pazienza il messaggino della libraia. Anche se stavo già leggendo altro, non ho potuto fare a meno di iniziare a leggerlo perché ero veramente curiosa visto che sia la mia amica che la libraia mi avevano assicurato fosse bello bello bello. Eccolo qua:
Titolo: Il treno dei bambini. Autore: Viola Ardone. Casa editrice: Einaudi
Non vi lascio sulle spine: il libro mi è piaciuto molto! Effettivamente in due giorni l'ho divorato e me lo son gustato assai! Mi aveva molto incuriosito il riassunto che mi aveva fatto Monja ed ero rimasta stupita di non aver mai sentito parlare dei tanti bambini del sud Italia che nel dopoguerra sono stati ospitati in molte città della regione in cui vivo. Protagonisti del libro sono alcuni di questi bambini che da un giorno all'altro son passati dai vicoli della loro città dove purtroppo, non per causa loro, vivevano in povertà, alla casa di una famiglia sconosciuta dove hanno dovuto imparare a conoscere un clima differente, nuovi cibi, nuove abitudini. Bambini spaventati dal dover lasciare le loro uniche certezze: i genitori, i negozianti e i vicoli del loro paesino. Spaventati dall'ignoto e dalla dicerie: "al nord i comunisti mangiano i bambini". Di questo libro, oltre alla storia, mi è piaciuto molto il modo in cui è scritto, non ho provato sentimenti come pietà o carità che non amo molto, ma voglia di far conoscere un pezzettino di storia. Non un voler esaltare il gesto di chi ha aiutato ma piuttosto il sentire di chi si è ritrovato solo, lontano da casa, senza alcun riferimento familiare. Mi è piaciuto molto anche leggere tantissimi modi di dire della città di Napoli, anche parti in dialetto che portano il lettore ancora più dentro la storia. Ho apprezzato tantissimo la quarta parte del libro in cui il linguaggio cambia, veniamo catapultati nel 1994 per ripercorrere insieme a uno dei protagonisti ormai adulto, le emozioni e i sentimenti di questa sua lunga avventura. Lunga sì perché tanti bambini, dopo aver trascorso mesi o anni nel centro Italia, sono cambiati, non sono tornati nella loro città di origine così come erano partiti, sono tornati con nuove competenze e tanti sogni. C'è chi è rimasto al sud, chi ha fatto carriera, chi ha mantenuto rapporti con la famiglia del "nord" che lo ha ospitato...
L'ultima parte, molto riflessiva, mi ha davvero commossa, mi sono immedesimata tanto nel personaggio che per buona parte della sua vita si è sentito spezzato in due; legato alle sue origini ma allo stesso tempo proiettato a vivere portando avanti le proprie passioni e ambizioni tanto da rinnegare le proprie origini. Ho dovuto trattenere le lacrime.
L'ultima parte, molto riflessiva, mi ha davvero commossa, mi sono immedesimata tanto nel personaggio che per buona parte della sua vita si è sentito spezzato in due; legato alle sue origini ma allo stesso tempo proiettato a vivere portando avanti le proprie passioni e ambizioni tanto da rinnegare le proprie origini. Ho dovuto trattenere le lacrime.
Incuriosita da questo pezzetto di storia che non conoscevo ho cercato in rete alcune informazioni e ho scoperto che questo non è il primo libro che racconta dei treni dei bambini che dal sud vengono portati in città del centro Italia ma ne esiste in commercio almeno un altro pubblicato nel 2008: "I treni della felicità. Storie di bambini in viaggio tra due Italie" di Giovanni Rinaldi. Esiste anche un film/documentario: "Pasta nera" (http://www.piva.it/seminalfilm/pastanera)
"Giovanni Rinaldi, tessendo sottili fili di memorie sparse, anni fa si è messo in cerca dei bambini che erano saliti su quelli che vennero chiamati «I treni della felicità». Si trattava di una straordinaria rete di solidarietà sostenuta dalla neonata UDI e dal PCI che, a partire dal secondo dopoguerra, affidò per mesi (talvolta anni) a famiglie del Centro Italia oltre 70.000 figli del Sud vittime delle conseguenze belliche, di rivolte operaie sedate col sangue, di calamità naturali. Bambini che lasciarono le loro famiglie per essere ospitati da altrettante famiglie contadine, nei paesi del reggiano, del modenese, del bolognese. Lì vennero rivestiti, mandati a scuola, curati. Mezzo secolo dopo un cineasta, Alessandro Piva, e uno storico, Giovanni Rinaldi, si mettono sulle tracce dei sopravvissuti. Ne escono fuori due lavori confinanti e di documentazione tra storia di ieri e di oggi, il documentario Pasta nera e questo libro, frutto di appassionati viaggi e ricerche in diverse città del centro Italia. Scritto in presa diretta, il libro ricostruisce le storie di alcuni di quei bambini che su malandati vagoni ferroviari arrivarono in un’altra Italia. Soprattutto di quelli rimasti a vivere nelle famiglie che li avevano adottati, scovati dall’autore nel corso dei suoi viaggi ad Ancona, Follonica, Ravenna, Lugo di Romagna. Sono Severino, Dante, Zazà, che oggi parlano ricordando i fanciulli che furono in un Paese più povero e semplice, dove mangiare un gelato o un piatto di pasta erano cose che potevano emozionare. Ma è anche la storia delle «due Italie» e di un Sud ancora socialmente arretratissimo. Fu proprio questo che spinse alcuni di quei bambini a fare una scelta drammatica: lasciare la propria terra e la propria famiglia, restare dove il destino e quei treni li avevano portati, sognando una vita migliore." (https://www.ediesseonline.it/prodotto/i-treni-della-felicita/)
Io ve lo consiglio vivamente come lettura estiva perché è leggero e allo stesso tempo contiene fatti storici importanti che probabilmente pochi conoscono. Un libro che non potrete lasciare troppo a lungo sul comodino perché la storia ci catturerà e vorrete sapere come va a finire. Un libro divertente, commovente e in piccola parte storico. Insomma perfetto!
Claudia
(la recensione di Samuele: https://lastranabandadellaspiaggia.blogspot.com/2020/07/ho-letto-il-treno-dei-bambini-samuele.html)
Mi pare giusto segnalare questo articolo in cui Giovanni Rinaldi, autore de "I treni della felicità" segnala che nel libro di Viola Ardone manca una nota finale con le fonti storiche o i testi da cui l’autrice ha tratto ispirazione diretta, o ringraziamenti a chi prima di lei proprio questi avvenimenti e storie ha vissuto o ricercati, scoperti e raccontati tra cui appunto "I treni della felicità" .
Solamente nella Nona edizione del romanzo “Il treno dei bambini”, distribuita a febbraio 2020, dopo le tante sollecitazioni in tal senso ricevute, la casa editrice Einaudi ha pubblicato due pagine con una “Principale bibliografia di riferimento”.
https://giorinaldi.wordpress.com/2020/05/29/alle-fonti-nascoste-del-romanzo-il-treno-dei-bambini-parte-terza/
Segnalo anche, per i curiosi, un articolo di Giovanni Rinaldi con un bell'elenco di libri, film, spettacoli teatrali, canzoni... https://giorinaldi.wordpress.com/2019/10/29/i-treni-della-felicita-memorandum-per-gli-smemorati/
Claudia
(la recensione di Samuele: https://lastranabandadellaspiaggia.blogspot.com/2020/07/ho-letto-il-treno-dei-bambini-samuele.html)
Mi pare giusto segnalare questo articolo in cui Giovanni Rinaldi, autore de "I treni della felicità" segnala che nel libro di Viola Ardone manca una nota finale con le fonti storiche o i testi da cui l’autrice ha tratto ispirazione diretta, o ringraziamenti a chi prima di lei proprio questi avvenimenti e storie ha vissuto o ricercati, scoperti e raccontati tra cui appunto "I treni della felicità" .
Solamente nella Nona edizione del romanzo “Il treno dei bambini”, distribuita a febbraio 2020, dopo le tante sollecitazioni in tal senso ricevute, la casa editrice Einaudi ha pubblicato due pagine con una “Principale bibliografia di riferimento”.
https://giorinaldi.wordpress.com/2020/05/29/alle-fonti-nascoste-del-romanzo-il-treno-dei-bambini-parte-terza/
Segnalo anche, per i curiosi, un articolo di Giovanni Rinaldi con un bell'elenco di libri, film, spettacoli teatrali, canzoni... https://giorinaldi.wordpress.com/2019/10/29/i-treni-della-felicita-memorandum-per-gli-smemorati/
Ho scoperto solo ora questo tuo post. Grazie, grazie davvero, per la tua curiosità, ma anche correttezza nel dare ulteriori informazioni per i lettori
RispondiEliminaciao
Giovanni Rinaldi